Di esempi ce ne sono ormai tanti e anche nel Lazio ci si pone in contatto col mondo per promuovere l’artigianato di lusso, allargando la cerchia dei clienti oltre la regione. I video sui social mostrano l’artigiano al lavoro, parlano della manualità e della creatività, della qualità delle materie prime e i clienti stranieri impazziscono.
L’artigianato sta morendo ma solo per l’ottusità e l’ignoranza dei nostri governanti che non avendo la preparazione necessaria non sanno valutarne le prospettive future di affermazione a livello mondiale più che nazionale. La rinascita delle botteghe artigiane passa da un sostegno alle botteghe come luoghi di apprendistato, un appoggio per la commercializzazione all’estero e un adeguato uso di internet e dei social network come mezzo di promozione e di scambio.
Laboratorio artistico cuoio e pelle, dal 1978 nel centro di Roma
Un calzolaio di Campobasso (Molise) è diventato un fenomeno social su TikTok e Facebook. Semplicemente realizzando dei video, assieme alla moglie, Antonio Pietromonaco, due lauree al suo attivo, spiega ai suoi clienti fans quali tecniche e manualità usa per riparare calzature di ogni genere e dimensione. Elargisce consigli su come mantenerle efficienti e pulite, come lavarle, come non danneggiare le calzature. Adesso ha raggiunto 5.000 follower con i quali interagisce ogni giorno. Al suo negozio arrivano pacchi con calzature da riparare da ogni parte del mondo, perfino dall’Australia e la sua attività che rischiava di morire è più florida che mai.
Altri artigiani invece che chiudersi nella realtà locale, dove spesso non sono capiti dalla comunità, si aprono al mondo attraverso i social. I video sono l’arma vincente perché se sanno comunicare, le immagini parlano da sole, mostrando le loro competenze e il loro mestiere. Mi sento di proporre la stessa strategia per chi abbia un’azienda artigiana avviata su competenze rare e poco conosciute nel mondo. Il richiamo del brand Made in Italy, la simpatia del personaggio e l’arte delle sue mani faranno il resto. Questa secondo me è la strada per far rinascere l’artigianato in Italia e quindi anche nei piccoli centri del Lazio e il discorso vale per tanti settori, compreso la gastronomia, almeno quella che si possa spedire all’estero.
Già sento le critiche. Ma come si fa se non si sa l’inglese, se non c’è nessuno che venga a imparare, se le spese aumentano sempre e non ci sono agevolazioni. Su questi argomenti ci sono le proposte delle organizzazioni di categorie e sarebbe del tutto presuntuoso se mi mettessi a spiegare agli artigiani quali sono i loro problemi con la burocrazia, le legge e il fisco. Da qui posso solo levare un grido di solidarietà e di richiesta di aiuto da parte del Parlamento affinché si realizzino contesti legali in cui l’artigiano possa rinascere e mantenersi. La sua bottega, per resistere nei centri cittadini e nei borghi, ha bisogno di agevolazioni per la specificità sociale della sua attività.
Per l’identità culturale che rappresenta e per il messaggio del Made in Italy che viene diffuso nel mondo e che è portatore di ulteriori vantaggi commerciali per la nostra bilancia economica. Lavorare con l’estero è estremamente gratificante per l’artigiano, perché il suo lavoro viene più apprezzato, i pagamenti sono immediati, in valuta estera o in euro, i costi di spedizione sono a carico del cliente, si riducono quasi a zero i rischi di perdite o truffe.
Il sapere degli artigiani nel Lazio continua ad essere preservato non solo a Roma ma anche in provincia. È ancora possibile trovare botteghe che ospitano signori dai pochi capelli bianchi, ricurvi sui loro tavoli da lavoro. Succede tuttavia che a volte questi signori non siano tanto anziani. Negli ultimi decenni l’artigianato di qualità ha avuto un forte richiamo anche per i giovani, che hanno scoperto nella produzione accurata di oggetti e di suppellettili una strada maestra per la loro realizzazione professionale.
L’artigianato coniuga un know how di esperienze e di creatività con una alta manualità. Qualità che si apprendono soprattutto in bottega, secondo la tradizione rinascimentale che tanto grande ha fatto l’arte nel nostro Paese. Ci sono settori nei quali senza l’artigianato italiano non sarebbe possibile trovare oggetti raffinati e unici o poterli riparare. Prodotti che possono essere acquistati solo da miliardari, case regnanti, produzioni cinematografiche o televisive. Per esempio i broccati con cui tappezzare le pareti. Copie di mantelli regali, gioielli, abiti del passato con cui allestire i costumi di una produzione storica per la fiction. Se non li cerchi in Italia, certi prodotti non li trovi in nessun’altra parte del mondo, anche perché hanno un mercato molto ristretto.
Anche nel Lazio è possibile trovare prodotti raffinati, per i quali il confine tra l’artigianato ed il design è talmente sottile che non c’è da stupirsi se poi certi prodotti si trovano esposti negli showroom e nelle vetrine di negozi specializzati o addirittura nelle sale di musei o nelle collezioni e nei palazzi di case regnanti o ricchi collezionisti.L’artigianato tradizionale del Lazio – come gran parte dell’artigianato del Centro Italia – è soprattutto l’artigianato del ferro, del legno, della ceramica e del rame, materiali utilizzati per realizzare suppellettili e mobili per la casa, oltre a piccole produzioni artigianali di nicchia che caratterizzano territorio specifici della Regione.
I due fondatori dell’azienda artigiana Dallaiti, di Tuscania, sono da oltre vent’anni Massimo Dallaiti, direttore artistico, già docente di arti applicate e design e Ferdinando Niari, legale rappresentante della società. Entrambe romani trasferitisi nella cittadina della Tuscia. La loro intuizione è stata quella di dedicarsi alla creazione di prodotti boutique di alta qualità, di puntare ai mercati del lusso che sono limitati nel Lazio ma amplissimi nel mondo. Il loro team di artigiani altamente qualificati è il cuore pulsante della Dallaiti, impegnato nella realizzazione di creazioni di design e nella lavorazione fatta a mano. Gli oggetti che ideano, siano essi accessori personali, articoli di scrittura vintage con valore culturale e storico, o pezzi di design contemporaneo, hanno la garanzia di un fatturato di pregio.
Per tutti i prodotti utilizzano un materiale ecosostenibile prodotto dalla Mabel di Firenze con bucce e torsoli di mela trentina, adatto a qualsiasi tipo di lavorazione, con la stessa resistenza meccanica dei tessuti sintetici. Avete capito bene, realizzano la pelle con gli scarti delle mele usate per i succhi di frutta. Un materiale vegano e sostenibile in grado di sostituire la vera pelle, ampiamente utilizzato nell’industria di consumo. Il risultato è un prodotto ecosostenibile, vegano e cruelty-free, 100% Made in Italy. Grazie ai contatti che oggi consente internet e i vari social network hanno clienti in tutto il mondo e non solo in Italia e il contatto diretto facilità la possibilità di soddisfare il cliente in ogni sua esigenza di personalizzazione.
Ciò che li distingue dagli altri è la capacità di offrire un’esperienza di personalizzazione illimitata. Attraverso il lavoro artigianale possono dare vita a dettagli esclusivi, giocare con colori, forme e materiali diversi, andando oltre la mera personalizzazione grafica. Con quantità inferiori rispetto alle produzioni industriali, possono concentrarsi sulla creazione di pezzi distintivi che rispecchiano il gusto e la personalità di ogni cliente.
Reinventare la pelle, ricreare strumenti per la scrittura, produrre attraverso le antiche tecniche artigianali oggetti esclusivi per la persona, l’ufficio e la casa, pienamente in sintonia con i tempi e ispirati a originalità, funzionalità e design.
Dallaiti ha sede nella splendida Tuscania, la città della lavanda, delle magnifiche chiese, dove il profumo della storia si fonde con le bellezza della Maremma. E’ proprio qui che i materiali ricercati e di prima scelta sono lavorati a mano per divenire creazioni di valore dal sapore antico ma dall’estetica inconfondibilmente attuale. Nel laboratorio si lavora anche il camoscio nei vari colori, la base dell’artigianato in pelle per fare cinte, bracciali, borse ma anche oggetti per la scrittura antica, agende, quaderni, libri preziosi con pagine bianche, ideali per notes e diari.
Nella linea “Antica Scrittura” grazie a una costante ricerca storica vengono messi in produzione pennini, calamai, inchiostri e altri accessori con grande varietà, tutte confezioni realizzate a mano. I materiali utilizzati sono esclusivamente naturali e trasmettono alla vista e al tatto il piacere di toccare con le dita la qualità delle creazioni. I loro prodotti sono esposti all’Aeroporto di Fiumicino, a Orvieto e Todi, a Siena e in tre negozi nel centro storico di Roma.
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