Cultura

Nemi, il Tempio di Diana verso la riapertura

Nell’antico cuore dei Castelli Romani, il Tempio di Diana Nemorensis, luogo di culto che affonda le sue radici nella storia più remota di Roma, si prepara a rinascere sotto una nuova luce. Il Comune di Nemi ha recentemente avviato un’operazione cruciale per l’acquisizione dell’ultima porzione di terreno privato che sorge a ridosso dei resti del santuario. Questo passo, destinato a segnare un nuovo capitolo nella gestione e nella valorizzazione del patrimonio archeologico locale, rappresenta un momento storico per la comunità e per il mondo dell’archeologia.

Tempio di Diana, la storia

Il Tempio di Diana, situato sulle rive del lago di Nemi e nascosto dalla fitta vegetazione che ricopre il cratere vulcanico, rappresenta uno dei più antichi e venerati santuari dell’epoca romana. Edificato nel IV secolo a.C. e dedicato alla dea Diana, protettrice della caccia, della natura e delle donne, il santuario era un importante centro di pellegrinaggio e meta di processioni rituali. Il culto di Diana a Nemi era intriso di misteri e pratiche arcaiche: tra le tradizioni più note, vi era quella del Rex Nemorensis, un sacerdote che acquisiva il proprio titolo combattendo e sconfiggendo il suo predecessore in duello.

I Romani e i popoli latini che frequentavano il tempio credevano che Diana abitasse i boschi e le acque circostanti e che il lago stesso fosse un luogo sacro. Questo complesso archeologico non è solo un monumento, ma un simbolo delle profonde connessioni tra natura e spiritualità tipiche della religione romana. A conferma di ciò, anche durante il periodo imperiale, quando molti culti locali furono sostituiti o affiancati dal culto di divinità straniere, il tempio di Diana continuò ad attrarre fedeli e pellegrini, mantenendo intatto il proprio prestigio.

L’amministrazione comunale di Nemi, con la delibera n. 225 del 31 ottobre scorso, ha dato avvio alle procedure per l’acquisizione di un terreno privato di circa 200 metri quadrati, valutato attorno a 1.100 euro. L’area, situata in una zona protetta classificata come “E-Parco agricolo della conca del lago”, rappresenta l’ultimo tassello per completare la proprietà comunale del sito archeologico. Grazie a questo acquisto, il Comune di Nemi potrà finalmente avviare un progetto di recupero complessivo, che vedrà la collaborazione del Ministero della Cultura, della Soprintendenza Archeologica e del settore Turismo, con l’obiettivo di restituire alla collettività uno dei luoghi più suggestivi dell’antichità romana.

Obiettivo la riapertura del tempio al pubblico

Il progetto di restauro e valorizzazione del tempio, finanziato anche dai fondi del PNRR e parte integrante del programma di preparazione al Giubileo del 2025, mira a preservare l’integrità storica del sito e, al contempo, a renderlo accessibile e fruibile da un numero sempre maggiore di visitatori. Tra gli interventi previsti, sono in programma miglioramenti strutturali volti a potenziare l’accessibilità del tempio e a creare percorsi immersivi capaci di raccontare la storia e il significato del luogo. Si tratta di un approccio che privilegia un turismo consapevole e rispettoso, in grado di cogliere appieno il valore storico e spirituale di questo santuario.

Grazie al sostegno delle istituzioni e a una gestione più ampia e integrata, l’obiettivo finale del progetto sarà quello di riaprire il sito al pubblico, rendendolo un polo di attrazione non solo per i residenti, ma anche per i turisti nazionali e internazionali.

Giovanni Montella

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