Cronaca

Nettunense, l’omologazione fantasma dell’autovelox

Lungo la via Nettunense, nel tratto compreso tra i comuni di Aprilia e Lanuvio, sono stati installati due autovelox del tipo Velocar Red&Speed EVO-R, che stanno attirando l’attenzione e le critiche di molti automobilisti e attivisti. Questi dispositivi, posizionati rispettivamente al chilometro 18,900 in direzione Aprilia e al chilometro 17,900 in direzione Lanuvio, hanno sollevato una serie di interrogativi sulla loro legittimità e conformità alle normative vigenti. Tra gli scettici c’è Andrea Ragusa, attivista del Movimento Cinque Stelle di Aprilia, che in una recente nota ha messo in luce le criticità riguardanti l’omologazione e la gestione di questi strumenti di rilevamento della velocità.

Giusto il limite imposto dall’autovelox?

La peculiarità del tratto di strada in cui sono posizionati questi autovelox è che, pur essendo una zona extraurbana priva di abitazioni vicine, il limite di velocità imposto è di 50 km/h. Questo ha creato non poche perplessità tra gli automobilisti, che spesso si trovano a percorrere il tratto a velocità ben superiori, considerando la conformazione della strada. I cartelli che segnalano l’inizio dei centri abitati di “Bellavista” e “Mantovano” sono infatti collocati al di fuori della zona controllata dagli autovelox, rendendo il limite di velocità non intuitivo per chi attraversa l’area.

Per essere considerati legittimi, gli autovelox devono rispettare una serie di norme precise. Tra queste, l’obbligo di possedere un decreto prefettizio che autorizzi la loro installazione, un certificato di taratura in corso di validità (che va rinnovato ogni anno), e la verifica periodica della loro funzionalità da parte di pubblici ufficiali. Inoltre, questi dispositivi devono essere approvati e omologati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e tale omologazione costituisce un passaggio essenziale per garantire la precisione dello strumento e la validità delle multe emesse.

Secondo Ragusa, però, gli autovelox lungo la via Nettunense presenterebbero gravi lacune in questo ambito. Sebbene dispongano dell’approvazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, non sarebbero mai stati sottoposti alla procedura di omologazione. Questa omissione è significativa, poiché secondo la recente Ordinanza della Corte Suprema di Cassazione (n. 10505 del 14 aprile 2024), l’omologazione è necessaria per garantire la funzionalità degli apparecchi e costituisce una condizione imprescindibile per la legittimità degli accertamenti.

Regolarità autovelox, manca un documento chiave

Un altro punto critico riguarda il Decreto Prefettizio n. 50805 del 9 marzo 2011, che ha autorizzato l’installazione degli autovelox sulla base di dati relativi al biennio 2009-2010, periodo in cui la sinistrosità stradale in quel tratto era considerata elevata. Tuttavia, dopo 15 anni, è lecito chiedersi se i dati attuali riflettano ancora la stessa situazione di rischio. Ragusa ha richiesto alla Prefettura di Roma copia della documentazione che ha portato all’emissione del decreto, ma, sorprendentemente, la Prefettura ha dichiarato di non essere in grado di reperire tali documenti negli archivi.

Non solo. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha confermato di non avere competenza in materia di omologazione degli autovelox in questione, mentre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha risposto che il certificato di omologazione “non è mai venuto ad esistenza”, ovvero non esiste.

Questi elementi sollevano importanti interrogativi sulla regolarità dei dispositivi e sull’effettiva validità delle multe emesse ai danni degli automobilisti che hanno superato il limite di velocità in quel tratto.

Secondo quanto sostenuto dall’attivista Andrea Ragusa, le multe non ancora pagate potrebbero essere annullate se impugnate, proprio a causa della mancanza di omologazione degli autovelox. È importante sottolineare che il pagamento della multa implica l’accettazione della stessa e preclude la possibilità di contestarla in un secondo momento. Pertanto, chi ha già pagato non potrà più ricorrere contro la sanzione. Tuttavia, per coloro che non hanno ancora pagato, si apre la possibilità di presentare ricorso, facendo leva sulla mancata omologazione degli apparecchi.

Giovanni Montella

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