Nettuno, da capannone a maxi sfasciacarrozze: 2550 carcasse in arrivo
Questa struttura sarà in grado di ricevere annualmente fino a 2.550 tonnellate di carcasse d’auto
Nettuno sta per trasformare un ex capannone artigianale in un maxi sfasciacarrozze, situato in via del Tridente, nei pressi del Bosco di Foglino. Questa struttura sarà in grado di ricevere annualmente fino a 2.550 tonnellate di carcasse d’auto, oltre a rifiuti pericolosi e speciali. La decisione arriva mentre la città è sotto la gestione di una Commissione prefettizia, senza Giunta né sindaco.
L’autorizzazione dalla Regione Lazio
L’autorizzazione è stata concessa alla società A.di B. A. & C. s.a.s. dalla Regione Lazio l’ 11 ottobre. Questo progetto si inserisce in un contesto più ampio, in cui il Comune di Roma cerca attivamente un’area per delocalizzare autodemolitori storici dal quartiere Centocelle. Il sindaco Gualtieri punta a spostarli nei Castelli Romani, con particolare interesse per Ciampino, suscitando interrogativi sul possibile impatto di questa delocalizzazione su Nettuno, nota per il suo affascinante borgo e le belle spiagge.
2.300 tonnellate di rifiuti pericolosi
L’impianto di Nettuno prevede spazi dedicati al trattamento e smontaggio dei veicoli, consentendo il recupero di pezzi di ricambio e materiali vari. Secondo il progetto, sarà in grado di gestire fino a 8,5 tonnellate di veicoli al giorno. La quantità autorizzata include 2.300 tonnellate di rifiuti pericolosi e 250 tonnellate di rifiuti non pericolosi, classificati secondo i codici CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti).
Per ottenere l’autorizzazione, la società ha seguito un iter burocratico relativamente rapido, durato solo 13 mesi, coinvolgendo diversi enti, tra cui l’ASL Roma 6, il Comune di Nettuno a guida Commissariale, ARPA Lazio e la Città Metropolitana di Roma. Nonostante le richieste di integrazione da parte di queste istituzioni, il progetto ha ricevuto pareri favorevoli, consentendo di superare i controlli tecnici e ambientali necessari.
Era un capannone artigianale
L’area in cui sorgerà il nuovo impianto era precedentemente utilizzata come capannone artigianale. Tuttavia, rimangono dubbi legittimi riguardo al riutilizzo di questo spazio per un’attività di autodemolizione, soprattutto in una zona in cui la gestione dei rifiuti e l’inquinamento sono problematiche sempre più attuali.
Il progetto presenta non poche sfide, in quanto le operazioni di autodemolizione richiedono il rispetto di rigide norme di sicurezza e prevenzione in materia di inquinamento. La società dovrà dimostrare di adottare misure di sicurezza per garantire che le sue attività non compromettano né la salute pubblica né l’ambiente circostante. Inoltre, le autorità locali e regionali hanno già previsto misure di monitoraggio per assicurare che tutte le operazioni vengano condotte nel rispetto delle normative vigenti.