Nettuno, inizia la cardio-protezione: corso di formazione di Doc4Life
Si è tenuto a Nettuno un corso di formazione per operatori sanitari legato al progetto di cardio-protezione dell’associazione Doc4Life
Qualche tempo fa abbiamo parlato di Doc4Life, il centro di formazione che da qualche tempo ha scommesso sulla cultura della prevenzione e sulla formazione a tutti i livelli, dalle scuole agli ambienti di lavoro, dagli organi di polizia agli enti pubblici nella speranza che la diffusione di tale cultura riesca a evitare la perdita di vite umane. Nell’ambito di questo ambizioso ed encomiabile progetto, ieri si è concluso a Nettuno un corso di formazione per operatori sanitari organizzato dai medici e istruttori di Doc4Life che ha consentito a vari operatori di acquisire, aggiornare e approfondire le proprie competenze.
La città di Nettuno si distingue ancora una volta per la disponibilità che offre a iniziative che sono destinate ad arricchire il territorio mostrando un senso civico e una attenzione particolare verso tutto quanto impreziosisce il proprio tessuto cittadino. Purtroppo non accade, al contrario, ad Anzio dove alle richieste avanzate all’ente pubblico, in più occasioni, per l’istituzione a costo zero di servizi sanitari ulteriori rispetto a quelli già presenti e preziosi per la collettività, è seguito solo il silenzioso temporeggiare senza risultato alcuno; a quanto pare la risposta che vi è stata a Nettuno è stata immediata e ha permesso l’organizzazione di un indispensabile corso all’interno del quale oltre alle tecniche e ai protocolli di defibrillazione nell’adulto e nel bambino sono state esposte le modalità di disostruzione delle vie aeree non solo nell’adulto e nel bambino ma anche nel neonato con un chiaro apporto di essenziale importanza per la prevenzione.
“Sono conoscenze che dovrebbero riguardare ogni singolo individuo e famiglia per scongiurare il peggio con i propri figli, con i propri bambini, con i propri cari, con i propri alunni ma, accanto a questo aspetto, stiamo lavorando per creare, sul modello di altre zone d’Italia, una sensibilità che come risultato finale consenta di apporre nelle strade cittadine una serie di defibrillatori al servizio della comunità. – è quanto afferma la dottoressa Mariella Salomone, direttrice del corso che si è tenuto ieri – Naturalmente siamo disponibili con chiunque possa essere un nostro interlocutore privilegiato e un nostro partner nel costruire, mattone dopo mattone, questo progetto che porti ad una sicurezza delle strade e degli ambienti pubblici garantendo una cardio protezione che consentirebbe di abbattere il numero di morti da arresto cardiaco improvviso in soggetti con o senza una cardiopatia nota preesistente e che è responsabile del 10% dei decessi che si verificano ogni anno in Italia e rappresenta oltre il 50% di tutti i decessi causati da patologie cardiache”.
La popolazione anziana aumenta, lo stress della vita quotidiana raggiunge, spesso, livelli che giocano un ruolo negativo e la prevenzione diventa sempre più l’ultima spiaggia per evitare la degenerazione rappresentata dalla perdita della vita. Il ruolo determinante di un defibrillatore semiautomatico in luogo pubblico è preziosissimo e la sua essenzialità all’interno di un centro sportivo, nel caso una persona sia colpita da arresto cardiaco, è ormai riconosciuta da tutti; è, appunto, a conferma dell’importanza della presenza di un defibrillatore in loco che un decreto obbliga per legge le società sportive a dotarsi di defibrillatori semiautomatici ma questo non basta, dobbiamo percorrere ancora molta strada per arrivare a dotare il territorio in modo capillare di questi dispositivi di protezione; molto possono fare gli enti pubblici, in primis i comuni che sono i principali interlocutori della collettività e della comunità cittadina.
L’attenzione per i propri cittadini obbliga moralmente i sindaci a prendere seriamente a cuore questo tema se si vuole vivere in realtà urbane migliori, in realtà più sicure per tutti.