Nicola Zingaretti, l’uomo che vedeva passare i treni
Il segretario del Pd non è noto per la sua spregiudicatezza. In caso di difficoltà, come dimostra la sua carriera politica, ha sempre preferito aspettare tempi migliori
Uomo onesto. Una brava persona. Nicola Zingaretti è stato un amministratore discreto, se non altro si è tenuto lontano da inchieste giudiziarie. Ma certamente non è un cuor di leone e la sua storia politica lo dimostra.
Il segretario si è candidato solo quando più che convinto di vincere l’agone elettorale. In caso di sondaggi negativi ha preferito aspettare che fosse passata la nottata. Ma a furia di attendere rischia di rimanere al palo. E’ accaduto nel 2008 in occasione delle elezioni comunali di Roma. All’epoca Zingaretti preferì lasciare spazio a Francesco Rutelli che incassò una drammatica sconfitta da Gianni Alemanno. Ancora nel 2013 fu Ignazio Marino candidato del centrosinistra. Zingaretti sa bene che quella poltrona in Campidoglio rappresenta per tutti una trattopa per topi, ma qualche volta occorre metterci la faccia. La sua città ne aveva e ne ha bisogno.
Passiamo alla Regione, la sua candidatura è stata in forse fino all’ultimo nel 2010. Bastò però l’adesione dell’Udeur nelle file del centrodestra per far desistere Zinga e cambiare idea. Qualcuno disse che gli spazi pubblicitari elettorali erano già stati prenotati. Nelle elezioni 2013 finalmente entra in gioco per la presidenza della Regione contro un avversario sulla carta perdente come Francesco Storace.
Infine la sua candidatura e vittoria alle primarie Pd del 2019 con contendenti davvero poco performanti come Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Quanto questa sua proverbiale prudenza faccia bene ora al tentativo di creare un nuovo governo lo scopriremo presto. Certo Nicola Zingaretti rischia di veder passare l’ennesimo treno. E non è detto che passi un’altra volta.