No ai tavolini selvaggi, cittadini manifestano contro l’occupazione di suolo pubblico
“Oggi è impossibile camminare per Roma, soprattutto nelle vie del centro. Ma il problema è ovunque” E voi come la pensate?
Sabato 18 Novembre si è svolta una grande manifestazione a Roma contro la proroga dell’occupazione di suolo pubblico promulgata in epoca Covid e pronta ad essere approvata dal Parlamento. Associazioni, comitati e singoli cittadini si sono uniti sotto l’egida della Rete di Associazioni per una Città Vivibile (RACV) e si sono dati appuntamento a piazza Mastai per protestare contro quella che ritengono una norma ingiusta, penalizzante, inutile e dannosa per la città e soprattutto per i suoi abitanti.
I cittadini contro l’occupazione di suolo pubblico
Per l’occasione, la Rete ha inviato un accorato appello al Presidente della Repubblica e una lettera sia al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che al Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il cui oggetto recita: “Richiesta di intervento del Sindaco rispetto alla ventilata proroga del regime emergenziale delle OSP (Occupazione Suolo Pubblico).
Nella lettera si chiede che il primo cittadino “prenda provvedimenti atti a migliorare il controllo del territorio per governare l’utilizzo del suolo in funzione di un equilibrato sviluppo della città contro ogni degrado ambientale, ogni prevalenza di interesse di alcune categorie economiche a discapito di altre, per la tutela dei diritti dei residenti e dei pedoni”.
Laura Franchitti, presidente della Rete di Associazioni per una Città Vivibile
Raggiunta al telefono per una breve intervista, Laura Franchitti, Presidente del RACV, si dice fortemente preoccupata e delusa perché “ogni appello alle Istituzioni è stato totalmente ignorato”. “Noi vogliamo che la città venga restituita ai cittadini”, continua Laura.
“Oggi è impossibile camminare per Roma, soprattutto nelle vie del centro. Ma il problema è ovunque. Alla manifestazione ha partecipato anche una delegazione di Napoli. Il problema è a livello nazionale. Dobbiamo verificare alcune voci riguardanti una proposta di legge-delega che prevederebbe una modifica del regolamento dei beni culturali da parte del governo. Se così fosse, si aprirebbe uno scenario a dir poco preoccupante”.
I cittadini sono pronti a continuare a dare battaglia e chiedono delucidazioni alle istituzioni che farebbero bene a rispondere. Il dialogo, come sempre, è lo strumento migliore per trovare soluzioni che soddisfino tutti.