“Basta dittatura” alle 18:00 in piazza dell’Esquilino, il “Comitato libera scelta” alle 18:30 nei pressi della Bocca della Verità e “Forza Nuova” alle 18:00 a Piazza del Popolo. Ieri pomeriggio, schierati nelle strade della Capitale, oppositori al Green Pass ed esponenti dell’estrema destra hanno fatto sentire il proprio grido di protesta contro uno dei temi più discussi al momento: l’obbligo del certificato verde per spostarsi e accedere nei luoghi al chiuso.
Ma se in piazza dell’Esquilino e nei pressi della Bocca della Verità le manifestazioni si sono mantenute nei limiti della legalità, a Piazza del Popolo la situazione è degenerata rapidamente. Infatti i manifestanti scesi in piazza, sostanzialmente tutti appartenenti al gruppo di estrema destra di Forza Nuova guidato da Giuliano Castellino, hanno dato vita a un corteo non autorizzato e hanno provato a forzare il cordone della polizia per spostarsi verso Montecitorio e Palazzo Chigi. Quasi tutti senza mascherina. A quel punto le forze dell’ordine hanno risposto con alcune cariche. Tra lanci di bottiglie e fumogeni le schermaglie tra manifestanti e polizia sono durate una decina di minuti in tutto.
E dopo il tentativo di sfondare il cordone la situazione è tornata ad essere di calma, almeno apparente. Infatti dopo una trattativa tra i manifestanti e le forze dell’ordine il corteo è stato autorizzato a muoversi verso via Flaminia, in direzione Rai, senza altri scontri. I manifestanti però si sono spaccati al loro interno: una parte della gente in piazza ha fischiato contro gli esponenti di estrema destra durante il loro tentativo di forzare il cordone della polizia e ha poi abbandonato la manifestazione.
Oltre alla manifestazione in piazza del Popolo, la galassia “No green pass” ha organizzato oggi altre due manifestazioni. Mentre il gruppo “Basta dittatura” ha organizzato un raduno in piazza dell’Esquilino, nei pressi della Bocca della Verità si sono ritrovati gli aderenti al Comitato Libera Scelta, un “comitato di liberi cittadini, apartitico e apolitico, aperto a chiunque intenda sostenere la piena libertà di scelta in materia sanitari”, alle cui manifestazioni hanno aderito nelle scorse settimane diversi esponenti politici, soprattutto della Lega. Da Simone Pillon, ad Alessandro Pagano. Da Armando Siri, a Claudio Borghi, passando per Alberto Bagnai. Ma non solo: tra i partecipanti anche Vittorio Sgarbi.
Ma Roma non è stato l’unico teatro di manifestazioni. Ieri infatti 3 mila persone si sono radunate a Milano per dire “sì alla libertà e no al Green pass”, definita una misura “antidemocratica che non ha nulla a che vedere con la situazione sanitaria ma serve solo a spaccare la società in persone di serie A e B”. Molti gli inviti a “non leggere i giornali e ascoltare i tg finanziati dalle aziende farmaceutiche”. “Noi non siamo no vax, siamo per la libertà di scelta”, tuonano. E poi attaccano il Pd e “i traditori Di Maio e Salvini”. A Torino, invece, sono scese in piazza un migliaio di persone, in corteo per le vie del centro storico. Secondo quanto si apprende, si sono verificati attimi di tensione tra gli stessi dimostranti che hanno discusso sul percorso del corteo. A Napoli, infine, in 200 hanno gridato alla “dittatura sanitaria”: “No al nazi-pass, criminali”, si legge su alcuni cartelli.
Tra l’altro dal primo settembre entra in vigore l’obbligo di Green pass anche per aerei e treni a lunga percorrenza e i no-vax si stanno organizzando in grande: hanno annunciato infatti un’altra protesta che vorrebbe addirittura bloccare le stazioni di 54 città. Le associazioni dei consumatori si sono dichiarate pronte alle denunce, mentre le Fs hanno già iniziato ad avvertire i viaggiatori che senza il “pass” non sarà possibile spostarsi, che i gestori dei servizi effettueranno dei controlli e che è prevista una multa da 400 a mille euro per chi sarà sorpreso senza certificato.
La community di oppositori che si coordina sulla chat Telegram “Basta dittatura” si è data appuntamento nelle stazioni ferroviarie. “Non ci fanno partire con il treno senza il passaporto schiavitù? Allora non partirà nessuno“, è la promessa dei “no Green Pass” che si sono dati appuntamento alle le 14.30. Poi “alle 15 si entra si resta fino a sera”. Tutto organizzato dal “popolo autogestito, pacifico” – come si definiscono su Telegram – protagonista delle proteste di ieri.
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