Non solo Fiumicino, minori scomparsi: le cifre sono impressionanti
“Questi minori scompaiono per il lavoro nero, la pedofilia, la pedopornografia, la prostituzione, fino al traffico d’organi”, dice Elisa Pozza Tasca
Il tentato rapimento di un bambino di nove anni a Fiumicino, sabato mattina scorso, in via Arsia, bambino che fortunatamente è riuscito a sottrarsi al tentativo con grande coraggio, pone di nuovo in luce un fenomeno orrendo e impressionante nelle cifre, quanto dimenticato dal dibattito pubblico: la sparizione dei minori nel nostro Paese.
Le cifre sono impressionanti, parliamo di 6000 minori scomparsi nei primi sei mesi del 2022. Non si potrebbe immaginare un argomento di maggiore interesse per le famiglie italiane, eppure non se ne parla come si dovrebbe. Se poi andiamo ad esaminare le cause di queste sparizioni, l’orrore diventa incontenibile: “Questi minori scompaiono per il lavoro nero, la pedofilia, la pedopornografia, la prostituzione, fino al traffico d’organi” dichiara Elisa Pozza Tasca, portavoce di “Penelope (S)comparsi”, in una intervista riportata da Fanpage.it il 5 agosto dello scorso anno.
La popolazione degli scomparsi minorenni si compone di un 70% di stranieri e di un 30% di italiani, le proporzioni si invertono se si considerano i ritrovamenti: solo il 30 % dei minori stranieri viene ritrovato. Ci si domanda come sia possibile che con i moderni mezzi tecnologici e le ingenti somme investite nell’ “accoglienza” degli immigrati, si possano perdere le tracce di un numero così rilevante di bambini.
Il 23 maggio 2021 l’attuale commissario straordinario del governo per le persone scomparse, Silvana Riccio (dal marzo 2020), dichiarava all’AGI: “I minori stranieri non accompagnati, che rappresentano larga parte degli scomparsi, sono scomparsi sì, ma fino ad un certo punto”. La fascia d’età più rilevante – ricorda infatti il prefetto – è quella compresa tra i 14 e i 17 anni di età. Parliamo di adolescenti, per lo più maschi, con una certa autonomia. Di ragazzi identificati solo con il nome al momento dell’arrivo, che magari arrivano con già in tasca numeri telefonici e indirizzi di parenti e amici e per i quali l’Italia è solo la tappa di un cammino che ha per destinazione finale altri Paesi, perlopiù Paesi del nord Europa”.
Stupisce questo modo di parlare di un dramma: sono scomparsi oppure no? Lo Stato di fronte ai minori non ha la responsabilità di sapere esattamente in quali condizioni si trovano? È probabilmente a causa di questo approccio che il problema dei minori scomparsi ha assunto proporzioni gigantesche. È infatti abbastanza intuitivo che situazioni non ben chiare possano avere delle possibili implicazioni criminali e che queste possano poi riguardare indifferentemente tutti: il caso del bambino di Fiumicino sta lì a ricordarcelo.
di Ray Marutau