Il piccolo Gabriel aveva solo 28 mesi quando è stato strangolato perché piangeva troppo.
Il terribile delitto, successo il 28 aprile scorso a Cassino, si è concluso con la colpevolezza definitiva di entrambi i genitori. Il padre del bambino viveva ormai con un’altra donna ma aveva incontrato Donatella Di Bona (28 anni), con cui continuava ad avere una relazione. Lui, Nicola Feroleto (48 anni), avrebbe visto la donna soffocare il bimbo senza fare nulla, perché li infastidiva durante un loro incontro sessuale, e poi sarebbe fuggito.
Subito dopo la morte del figlio la donna aveva dichiarato che fosse stato investito, ma già nei primi interrogatori aveva ammesso di essere stata lei. Ancora non era del tutto chiaro il ruolo del suo amante e padre del piccolo, che ora sembra pienamente responsabile insieme a lei, pur non avendo fisicamente agito sul bambino. In seguito, chiedendo spontaneamente di essere interrogata ha detto di aver compiuto il delitto con l’uomo e non da sola.
Il sostituto procuratore di Cassino ha ottenuto il giudizio immediato per i due assassini. Secondo la polizia scientifica il bimbo è stato strangolato in dieci minuti per asfissia meccanica e sempre secondo la scientifica, è bastata una mano per togliere per sempre il respiro al piccolissimo Gabriel.
L’ennesima storia di degrado psicologico e morale che si consuma sulla vita di un bimbo così piccolo.
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