Cronaca

Nuovo Ponte della Scafa. Costi lievitati ed enorme ritardo, ma forse ci siamo

Dopo ventuno anni dall’ideazione e una lunga serie di ritardi, il nuovo Ponte della Scafa sembra finalmente avvicinarsi alla fase operativa. L’opera, che collegherà le due sponde del Tevere tra Ostia e Fiumicino, ha raggiunto un costo di 112 milioni di euro, ben oltre i 26,7 milioni inizialmente preventivati. Durante l’incontro del 15 gennaio al Palazzo del Governatorato di Ostia, promosso dal Campidoglio e dal X Municipio, sono stati forniti aggiornamenti sui progressi del progetto e riaffermata l’urgenza di realizzare questa infrastruttura.

Nuovo Ponte, le modifiche al progetto

Il Ponte della Scafa è considerato essenziale per migliorare la mobilità tra Ostia e Fiumicino, specialmente in vista del Giubileo 2024. Tuttavia, le complessità del progetto, che deve rispettare sia l’area archeologica di Ostia sia il delicato assetto idrogeologico della foce del Tevere, hanno causato ritardi e suscitato numerose critiche.

Le modifiche al progetto, necessarie per superare i pareri negativi della Soprintendenza Archeologica e del Consorzio di Bonifica, hanno richiesto l’intervento di Risorse per Roma, incaricata di adattare la proposta con un compenso di 250.000 euro. Tra gli adeguamenti principali:

  • Riduzione dell’altezza del ponte da 18 a 16 metri;
  • Diminuzione della lunghezza complessiva da 740 a 680 metri;
  • Spostamento della pista ciclabile sul vecchio ponte, che sarà convertito in asse ciclopedonale;
  • Addossamento di terra e vegetazione sui pilastri lato Ostia per mitigare l’impatto visivo.

Progetto Ponte della Scafa, problemi e soluzioni

Il ponte sarà realizzato con una campata unica ad arco, una soluzione imposta dalle normative italiane che vietano la costruzione di piloni nell’alveo dei fiumi. Questo design, sebbene risolva alcune problematiche tecniche, ha sollevato critiche per l’impatto visivo sull’area circostante, in particolare sulla Torre Boacciana e sugli scavi archeologici di Ostia.

Per risolvere il problema dell’impermeabilizzazione del terreno, il progetto prevede la creazione di una piccola palude che raccoglierà le acque meteoriche, garantendo l’invarianza idraulica e riducendo il rischio di allagamenti, anche in caso di eventi atmosferici estremi.

Sul lato Fiumicino, gli spazi sotto il ponte saranno destinati a playground e aree sportive, mentre il vecchio ponte diventerà parte di un parco d’affaccio con percorsi ciclopedonali.

Non mancano le criticità

Nonostante i progressi, numerosi punti sollevati durante l’incontro restano irrisolti:

  1. Mancanza di uno svincolo per il Porto della Concordia: l’assenza di un collegamento diretto al futuro porto potrebbe aggravare il traffico nella zona;
  2. Rotatoria mancante tra via del Mare e via della Scafa: una criticità segnalata per la mancanza di accesso diretto a Cineland e Ostia, che richiede uno studio aggiuntivo, come ammesso dall’assessora Ornella Segnalini;
  3. Delibera comunale scaduta: la delibera che autorizzava gli espropri necessari è scaduta, sollevando dubbi sulla validità giuridica del progetto. Non è chiaro se sia stata rinnovata;
  4. Controlli antimafia: non è stata data risposta alle domande relative agli accertamenti antimafia, cruciali per garantire la trasparenza dell’operazione;
  5. Impatto visivo: il soprintendente del Parco Archeologico di Ostia, Alessandro D’Alessio, ha definito accettabili le modifiche, ma associazioni locali continuano a denunciare l’impatto visivo dell’opera, considerandola una “barriera mastodontica”.

L’iter per la realizzazione del Ponte della Scafa è stato segnato da ritardi e aumenti di costi: nel 2004 si registra l’inizio della progettazione, cui segue l’approvazione del progetto definitivo nel 2009. Istituita la gara d’appalto nel 2013, si è giunti al 2018 con la stipula del contratto; il progetto iniziale, però, è stato bocciato nel 2023 nella Conferenza dei Servizi. Ora, per quest’anno, è previsto l’avvio dei lavori con un costo quadruplicato (112 milioni) rispetto alla previsione iniziale. Gli obiettivi originari – completare la progettazione esecutiva in 60 giorni e i lavori in 440 giorni – appaiono ormai lontani, con un’opera che ha già richiesto più di vent’anni per arrivare alla fase operativa.

Giovanni Montella

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