Oceani sempre più caldi. A rischio anche la salute dell’uomo
di Remo Sabatini
L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) lancia l’allarme al congresso mondiale che si tiene alle Hawaii.
Le acque di mari e oceani si stanno surriscaldando di anno in anno. Quello che si temeva solo poche decine di anni fa sta avvenendo sotto i nostri occhi e le conseguenze non smettono di sbalordire, preoccupare. Lo sbiancamento dei coralli, fenomeno causato dalla CO2 disciolta nelle acque, sta interessando vaste porzioni di quelle barriere coralline multicolori protagoniste di immersioni da sogno e documentari da favola che, purtroppo e oggi, sembrano aver perso definitivamente il sonno, il lieto fine.
Le temperature in salita che si registrano nelle acque degli oceani sono altresì responsabili della proliferazione di batteri, alghe tossiche e altri organismi che cominciano a minare la salute stessa dell’uomo. Un esempio per tutti è rappresentato dal Vibrio vulnificus. Simile al batterio che causa il colera, è mortale per oltre il 45% dei casi di infezione con l’uomo. Il documento spiega come, questo, sia stato trovato 1600 chilometri più a nord rispetto al suo habitat. Le temperature delle acque più fredde come quelle del Baltico e dell’Alaska che, finora lo avevano tenuto lontano da quelle aree, oggi, a causa del riscaldamento globale, sono ormai un ricordo lontano e non significano più quella barriera naturale che ne aveva impedito il proliferare.
Sono, poi, più di 100 le alghe tossiche descritte e che producono tossine pericolose che possono causare danni anche neurologici. La trasmissione delle tossine all’uomo può arrivare dal consumo di pesci infetti, si legge nel documento, come nel caso dell’alga ciguatera, comune negli allevamenti.
Il documento, redatto da 80 scienziati di 12 Paesi, ha preso in esame anche altri comportamenti atipici di creature che vivono in stretta relazione con il mare e negli oceani. Uccelli marini e plankton e tartarughe si sono spostati di 10 gradi a nord per trovare acque con temperature più idonee alla loro natura. Va da sé che predatori, come i mammiferi marini, ne abbiano risentito in maniera sostanziale.
Il termometro continua a far registrare temperature da febbre alta. La questione è nuovamente e tragicamente sul tavolo. Le deboli prescrizioni del dottore, però, non trovano ancora efficacia alcuna.