Omicidio Alatri, commenti choc di alcuni vegani. “Un cacciatore in meno”
Sui social network spuntano post deliranti di alcuni vegani: “Nessuna pietà per uno che non ha il minimo rispetto della vita”
La violenza non è soltanto quella fisica, ne esiste anche un'altra, altrettanto pericolosa e dannosa, che per giunta scaturisce – paradosso dei paradossi – da un malinteso desiderio di giustizia. Se un vegano, infatti, si sente rinfrancato, o comunque non prova un briciolo di pietà per un ragazzo di soli 20 anni, Emanuele Morganti di Alatri, massacrato con una brutalità allucinante, in quanto cacciatore, allora si capiscono molte cose della società dei giorni nostri.
Sembra impossibile, ma sui social network sono circolati dei post deliranti – come si apprende dall'agenzia Adnkronos – che ovviamente non rappresentano il punto di vista dell'intero mondo vegano, ma che lasciano seriamente riflettere su dove può condurre l'estremizzazione di alcune idee. "Beh, sembrerò cinica – ha scritto una "brillante mente" – ma quando muore un cacciatore, ossia uno che non ha il minimo rispetto per la vita, non provo nessuna pietà! Anzi… penso "uno di meno!"… E non conta niente se c'ha 20 anni e se gli hanno fatto la pelle!!! Lui la pelle l'ha fatta a tanti altri… e la ruota gira!". Davvero un singolare concetto di giustizia, un occhio per occhio dente per dente da fare invidia anche alla legge del taglione. Anche questa è violenza: non si usano armi ma si lanciano messaggi pericolosi e, soprattutto, si manifestano odio e astio che fanno male quanto un pugno in faccia. Specialmente alle persone legate a Emanuele, come se non debbano sopportare abbastanza dolore.
Tutto nasce da alcune foto del profilo Facebook del ragazzo, che aveva una passione per la caccia, una delle quali, come si vede all'interno di questo articolo, lo ritrae con un pesce in mano. Una colpa imperdonabile secondo le frange più integraliste di animalisti e vegani. Il post sopra citato non è un caso isolato: sono tanti i commenti di indignazione, non per come il 20enne sia stato massacrato, ma per il povero pesce ucciso di un cacciatore, che ora è stato ripagato dalla sorte con la stessa moneta.
Un modo davvero "fantastico" di interpretare le leggi del mondo, un'ingiustizia che sana un'altra ingiustizia. Rispettare e proteggere gli animali e quasi godere per la morte di un uomo: nella società attuale c'è spazio anche per questa concezione della vita. Se questa non è violenza,la si può tranquillamente catalogare come istigazione: un odio gratuito e senza controllo. Ed è soprattutto dall'odio che scaturisce la violenza…