Omicidio carabiniere, non è nordafricano il colpevole ma uno studente americano
Uno dei due studenti americani fermati ha confessato nella tarda serata di venerdì raccontando i fatti
"Sono stato io". Così uno dei due cittadini americani interrogati nella caserma di via In Selci, a Roma, ha confessato l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuto nella notte tra giovedì 25 e venerdì 26 luglio nel quartiere Prati di Roma. Ad uccidere il carabiniere sarebbe stato l'uomo ripreso da alcune telecamere di sorveglianza con i capelli mechati. Volevano acquistare droga a Trastevere ma la sostanza che gli avevano venduto era semplice aspirina. Per questo hanno rubato la borsa del pusher nel tentativo di recuperare i soldi sottratti poco prima. È questa la dinamica ricostruita da Carabinieri e magistrati, che ha portato all'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Secondo quanto accertato dagli inquirenti i due ragazzi americani si erano recati a Trastevere per acquistare alcune dosi di stupefacenti, quando hanno scoperto di essere stati ingannati, hanno strappato la borsa allo spacciatore che conteneva il suo telefono cellulare. A quel punto l'uomo ha contattato i due americani chiamando sul suo telefono per tentare di riavere indietro il maltolto. Il pusher avrebbe poi chiamato il 112 per comunicare che era stato scippato e che si era accordato con i due americani per la restituzione della borsa. A questo punto, all'orario stabilito i due carabinieri, in borghese, si sono recati in via Pietro Cossa, nel cuore del quartiere Prati. Li' hanno incontrato i due ragazzi con i quali e' scoppiata una colluttazione durante la quale il vicebrigadiere Rega e' stato colpito con otto coltellate da uno dei due che in serata ha confessato l'omicidio. (Ago/ Dire)