Omicidio Mollicone, le prove del Ris: resti della porta sul nastro che avvolgeva la testa

La forma del cranio della vittima si incastra con la lesione nella porta degli alloggi nella caserma dei Carabinieri di Arce

Serena Mollicone

Serena Mollicone

Come riportato dal Corriere della Sera, il Ris dei Carabinieri di Roma ha illustrato in aula al processo per la morte di Serena Mollicone l’analisi del nastro adesivo con il microscopio a luce chiara e in fluorescenza. L’indagine ha evidenziato che la forma del cranio della vittima si incastra con la lesione nella porta degli alloggi nella caserma dei Carabinieri di Arce (Frosinone), contro cui sarebbe sbattuta per colpa degli imputati (l’ex maresciallo della caserma, Franco Mottola, sua moglie, il figlio e due carabinieri).

Frammenti “chimicamente indistinguibili”

Non solo, perché i frammenti di legno, vernice e resina estratti dal nastro adesivo sono “chimicamente indistinguibili” da quelli della porta analizzata. Il nastro, infatti, era avvolto sulla testa di Serena quando fu trovata senza vita il 3 giugno 2001 in un bosco. Un altro elemento chiave individuato dal Ris sui frammenti di vernice. Quelle tracce, infatti, sono compatibili con la caldaia ubicata su un balcone della caserma.

La ruggine sullo sportello della caldaia

Lo stesso tipo di ruggine è presente sia sul frammento del nastro che sullo sportello della caldaia, con il quale sarebbe entrato in contatto attraverso frammenti caduti al suolo. Nella relazione consegnata alla Procura di Cassino, si legge infatti, che “la vernice della copertura metallica della caldaia, presente su uno dei balconi dell’alloggio sotto sequestro, è caratterizza dalla medesima composizione chimica del materiale costituente la traccia di vernice bianca rinvenuta sui nastri adesivi che avvolgevano il capo della vittima”.

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