Omicidio Serena Mollicone, la procura di Cassino si esprime contro l’assoluzione del carabiniere e della sua famiglia: “Si può ritenere che la condotta dei Mottola (tutti concorrenti sul piano materiale e morale) è stata, dunque, non solo assolutamente anti-doverosa ma anche caratterizzata da pervicacia e spietatezza nel nascondere quanto realmente accaduto”.
Questo hanno affermato il pubblico ministero Beatrice Siravo e il procuratore capo Luciano d’Emmanuele nell’atto di appello con il quale è stata chiesta la condanna per Franco, Marco, Annamaria Mottola, e per Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano.
L’accusa riporta nel suo documento le sue motivazioni contro la Corte D’Assise di Cassino che ha assolto tutti gli imputati.
La procura di Cassino ribadisce anche l’attendibilità del brigadiere Tuzi (morto suicida nel 2008). Tuzi, sette anni dopo, riferì di aver visto entrare una ragazza in caserma la mattina del primo giugno 2001 , descrivendola come Serena Mollicone.
La sua importanza probatoria viene confermata anche sulla base delle consulenze tecniche della professoressa Cristina Cattaneo, riguardo all’arma del delitto: ossia la porta contro la quale sarebbe stata scaraventata la vittima.
Intanto il Comune di Arce si è costituito parte civile, con connessa domanda di risarcimento, nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone.
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