L’obiettivo è smontare la tesi della volontarietà per la quale Valerio Del Grosso è stato condannato a 27 anni di carcere dalla prima corte d’assise di Roma per l’omicidio di Luca Sacchi. Per Marcello De Propris, invece, si punta al concorso anomalo nell’omicidio.
Tutte tesi contenute nei ricorsi presentati in questi giorni in corte d’appello a Roma dove si svolgerà il processo di secondo grado per l’omicidio del personal trainer ucciso a 24 anni nel quartiere Appio Latino a Roma, la sera del 23 ottobre 2019, durante la compravendita di una partita di droga.
Il 12 settembre scadevano i termini ma i ricorsi dei quattro giovani condannati nella sentenza letta il 29 marzo sono stati tutti depositati.
Le condanne contro cui si fa appello sono pesanti, a cominciare dal reo confesso Valerio Del Grosso condannato in primo grado a 27 anni, Paolo Pirino e Marcello De Propris, a 25 anni ciascuno, mentre Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata della vittima, condannata a 3 anni di carcere per i fatti relativi alla droga.
La cronaca di quel terribile fatto racconta di una trattativa intavolata dallo spacciatore Valerio Del Grosso e Giovanni Princi, per l’acquisto di 15 chili di marijuana al costo di 70 mila euro.
Princi è stato condannato a 5 anni di carcere in un processo stralcio. Quella sera si sarebbe dovuto compiere lo scambio droga-soldi. Secondo il giudizio di primo grado, Anastasiya ne faceva parte insieme a Princi. Del Grosso, sempre secondo la sentenza di primo grado, d’accordo con De Propris e Pirino, decisero di rapinare i giovani dei 70 mila euro senza consegnare la droga.
Sacchi, ignaro di cosa stava accadendo, sarebbe intervenuto in difesa della fidanzata aggredita da Pirino ed è stato ucciso con un colpo di pistola sparato da Del Grosso.
“In appello continueremo a sostenere l’accidentalità del colpo di pistola, tema che la corte d’assise di primo grado non ha accolto e insisteremo su quell’aspetto”. Lo dichiara ad Agenzia Nova l’avvocato Alessandro Marcucci che, insieme all’avvocato Valerio Spigarelli, difende Valerio Del Grosso.
“La sentenza in buona parte ha accolto la linea della difesa – ha anche detto il legale ricordando che il suo cliente è reo confesso dell’omicidio- Non ne contestiamo tutti gli aspetti ma abbiamo impugnato alcuni profili” come quello relativo alla volontarietà di uccidere. I legali di Del Grosso sostengono che il colpo sia partito accidentalmente dalla pistola che, però, va ricordato, non è mai stata trovata.
Anche la difesa di Marcello De Propris, sostenuta dall’avvocato Gianluca Ciampa, confida nella riduzione di un terzo della pena con la riqualificazione del reato da concorso in omicidio volontario in concorso anomalo.
De Propris che avrebbe dovuto fornire la droga a Del Grosso, gli ha dato invece la pistola “Ma non lo ha fatto per compiere l’omicidio di Luca Sacchi. Quella, qual ora fosse, è stata una decisione di Del Grosso che ha deciso autonomamente per ciò che ha fatto”. Un processo che con tutta probabilità, dovrebbe iniziare poco prima di Pasqua per finire prima dell’inizio dell’estate.
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