Omicidio Thomas Bricca, l’alibi di Toson non convince, e l’arma non si trova
Un lungo interrogatorio, più di sei ore, a cui è stato sottoposto Mattia Toson, l’unico sospettato per l’omicidio del 19enne
Si è svolto nella mattinata di lunedì 27 febbraio l’interrogatorio di Mattia Toson, il 22enne di Alatri, unico indagato al momento per la morte di Thomas Bricca, il 19enne freddato con il colpo di pistola alla fronte il 30 gennaio scorso.
L’interrogatorio, condotto dal magistrato Rossella Ricca, si è svolto nel tribunale di Frosinone.
Omicidio Thomas Bricca, l’alibi che non torna
La convocazione in procura sarebbe giunta a fronte di una serie di elementi raccolti dai carabinieri, inerenti soprattutto l’alibi fornito da Mattia Toson.
Il giovane dovrà infatti chiarire, un buco temporale di circa 30 minuti nel suo alibi.
Un arco di tempo che pesa sulla sua posizione dato che il blitz effettuato dal killer di Bricca e dal suo complice in sella a un ciclomotore è durato appena qualche minuto.
I fratelli Toson, infatti, avrebbero detto di essere stati a cena, in un ristorante alla periferia di Alatri, assieme ad amici e familiari.
L’arma del delitto ancora non pervenuta
Manca ancora l’arma del delitto. Si tratterebbe di una pistola a tamburo, secondo quanto ricostruito dai periti, cercata dai carabinieri nella zona delle Freschette, tra i ruderi dei capannoni di un vecchio campo di internamento fascista, come riporta l’Ansa.
Un video delle telecamere ambientali del posto avrebbe ripreso i due presunti aggressori a bordo di uno scooter. Poi uno scambio di veicoli in zona Fraschette: il conducente di un’auto scende e prende lo scooter mentre due persone salgono sulla vettura e ripartono.
Il movente vendicativo
L’unico movente che sembra al momento valido è quello della ritorsione per le risse dei giorni precedenti, legate al business della droga.
Ci sarebbe un’offesa subita da un familiare dei Toson che secondo l’ipotesi investigativa andava ripagata con la violenza, forse fino alla vendetta fatale.