"Da dopo la sentenza non dobbiamo più parlare di volontarietà, noi non siamo qui per difendere La Corte d'Assise, ma per chiarire alcuni aspetti di questa vicenda che sono stati alterati e strumentalizzati". Ha chiarito la loro posizione con queste parole, rivolte principalmente ai media, l'avvocato della famiglia Ciontoli, Pietro Messina, nella conferenza stampa di questa mattina all'Hotel San Giorgio di Civitavecchia, ad ormai due mesi dalla sentenza emessa dalla Corte d'Appello del 29 gennaio 2019.
Una sentenza che ha letteralmente scosso l'opinione pubblica dopo la condanna a 5 anni di Antonio Ciontoli e la conferma dei 3 anni per il resto della famiglia in merito alla morte di Marco Vannini.
E' stato sempre l'avvocato Messina a rivolgere un pensiero al ragazzo e alla sua famiglia: "Voglio rivolgere un pensiero al povero Marco, stroncare una vita a 20 anni è una tragedia e noi comprendiamo assolutamente e siamo vicini alla famiglia che ha vissuto una tragedia impressionanente, un danno irreversibile", anche se ha aggiunto che "una tragedia simile la continuano a vivere anche i Ciontoli: non è possibile immaginare che abbiano mai voluto la morte di Marco.
Nessuno può e nessuno ha potuto dimostrare la volontarietà di quanto accaduto a Marco e che dovesse morire, noi crediamo nella sentenza". "La Corte d'Assise non ha ridotto la pena- ha precisato Messina- perché ad Antonio Ciontoli non è mai passato per la mente che Marco dovesse morire e per questa ragione da omicidio volontario si è passati ad omicidio colposo, in una pena prevista in cui e' stato dato il massimo, ovvero 5 anni.
Una colpa grave, ma- ha ribadito Messina- non possiamo crocifiggere una persona per un errore commesso da chi non ha dimestichezza con le armi. Una sciagura di un'entità indicibile, ma Antonio Ciontoli non era esperto e non è stato capace di tenere il controllo dell'arma. Non ha colpito volontariamente, ha fatto un'azione sproporzionata e censurabile ma non volontaria".
"Abbiamo indetto la conferenza stampa di oggi per poter intervenire e dire la nostra sul processo, cosa che fino ad ora non abbiamo fatto. E questo è il momento, dato che il processo di merito si è concluso e quanto acquisito nel dibattimento si è così cristalizzato". Lo ha spiegato Andrea Miroli, legale della famiglia Ciontoli, all'agenzia Dire, a margine della conferenza stampa indetta questa mattina sulle motivazioni della sentenza che hanno condannato a 5 anni Antonio Ciontoli per omicidio colposo con colpa cosciente e a 3 anni i famigliari per colposo.
"La differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente è una sofisticata differenza giuridica, quasi incomprensibile per chi non è giurista" ha sottolineato Miroli che ha comunque confermato il ricorso in Cassazione per i familiari, mentre "per Antonio Ciontoli- ha detto- dobbiamo valutare".
(Elc/Sim/ Dire)
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