Oms, vaiolo delle scimmie: “emergenza di salute pubblica internazionale”
Aumentano i contagi del virus del vaiolo delle scimmie in tutto il mondo. Registrati anche i primi decessi
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato il vaiolo delle scimmie “emergenza di salute pubblica internazionale”. Un annuncio che arriva dopo l’aumento dei contagi in molti Paesi, in cui si sono registrati anche i primi decessi.
Vaiolo delle scimmie: emergenza sanitaria
Secondo il report riportato dall’Oms, con dei dati aggiornati al 22 luglio, i contagi del virus salgono a 16mila in 75 Paesi, di cui 12 mila sono in Europa. Attualmente in Italia ne sono stati registrati 479, di cui 146 collegati a viaggi all’estero.
Tuttavia, a destare maggiori preoccupazioni sono i primi decessi registrati negli ultimi giorni fuori dal continente africano, dove invece la malattia è considerata endemica. A oggi sono stati dichiarati deceduti a causa del vaiolo delle scimmie un 41enne in Brasile, due giovani uomini in Spagna e un 22enne in India.
Risulta evidente dal report che ad ammalarsi più facilmente è il sesso maschile di giovane età. Un riscontro di questa tesi è visibile anche in Italia, dove 479 contagiati sono uomini rispetto a 3 donne. Di questi 216 sono stati registrati nella regione Lombardia, 101 nel Lazio, 55 in Emilia Romagna, 33 nel Veneto e 18 in Piemonte.
Nuovi sintomi: colpite anche le mucose genitali
Uno studio inglese, pubblicato sul British Medical Journal, ha verificato che i sintomi attuali sono diversi dai precedenti. Infatti, in questo periodo l’infezione sembra diffondersi tra i maschi che hanno avuto rapporti omossessuali e bisessuali. I pazienti riscontrano sintomi come lesioni alle mucose genitali. Alcuni dei disturbi segnalati sono il dolore rettare e il gonfiore al pene.
Tuttavia, è importante sottolineare come fa Andrea Gori, direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico di Milano, che “l’informazione e la prevenzione devono concentrarsi sulle popolazioni a rischio, ma è importantissimo non stigmatizzare e soprattutto non ridurre la patologia a problema di un solo gruppo. È indubbio che l’esordio dell’epidemia sia avvenuto all’interno della comunità gay, ma la popolazione eterosessuale potrebbe essere colpita allo stesso modo se il virus dovesse continuare a espandersi”.
Trasmissione e contagio
Il virus del vaiolo delle scimmie si trasmette attraverso un contatto stretto con un caso sintomatico.
I sintomi più comuni sono l’eruzione cutanea, i fluidi corporei come pus o sangue e le croste particolarmente infette. Oltretutto in alcuni pazienti sono comparsi sintomi come ulcere e lesioni o piaghe della bocca.
La trasmissione del virus può avvenire principalmente tramite il contatto con queste parti infettive e attraverso la saliva o i droplet, ossia le goccioline respiratorie. Tuttavia, secondo gli ultimi riscontri sintomatici, il vaiolo delle scimmie può trasmettersi anche attraverso i rapporti sessuali. Anche lenzuola, asciugamani e stoviglie infette possono contagiare una persona.
Per evitare la diffusione del virus il 25 maggio in una circolare il Ministero della Salute ha raccomandato a tutti coloro che hanno riscontrato i sintomi del virus di rimanere in isolamento e contattare immediatamente il proprio medico.
Generalmente il periodo d’incubazione può variare dai 5 ai 21 giorni e una persona può rimanere infetta e contagiosa per tutta la durata della malattia sintomatica, ossia dalle 2 alle 4 settimane.
Vaccinazione per il virus delle scimmie: chi può riceverla e come
Per cercare di arginare la diffusione del vaiolo delle scimmie l’Oms ha raccomandato la vaccinazione mirata per tutti coloro che hanno avuto dei contatti con malati o per le persone a rischio esposizione, come ad esempio gli operatori sanitari.
Il 22 luglio il Comitato per i medicinali umani dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato di estendere l’uso del vaccino Imvanex (MVA-BN). Un medicinale già autorizzato dall’Ue nel 2013 contro il vaiolo.
“Al momento non raccomandiamo la vaccinazione di massa contro il vaiolo delle scimmie”, ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms.