Dopo gli oltre 160 attestati da operatori socio sanitari rilasciati senza lo svolgimento di corsi e tirocini obbligatori, ecco gli esami di abilitazione impossibili. A quanto pare, non si faceva mancare niente l’organizzazione recentemente smantellata dalla Guardia di Finanza per lucrare sugli aspiranti OSS. Alcuni dei quali hanno raccontato in esclusiva al Quotidiano del Lazio la propria odissea.
La storia è iniziata nel 2020, in piena emergenza Covid-19, quando le strutture sanitarie furono costrette a far fronte anche alle carenze di organico. Dovettero quindi procedere ad assumere pure personale non specializzato, che in molti casi si è dimostrato più che all’altezza.
«I vertici della clinica in cui lavoravo volevano farmi un contratto a tempo indeterminato, che però richiedeva la formazione da OSS» spiega Paolo (nome di fantasia). «Considerando che il tirocinio era coperto dalle ore lavorative, mi sono quindi iscritto a un corso organizzato a Roma dalla cooperativa Genius». La stessa i cui due istituti di Velletri e Latina hanno ricevuto nei giorni scorsi la “visita” delle Fiamme Gialle.
«Il corso è durato dieci mesi, dall’ottobre 2020 al luglio 2021, ed è costato in tutto 2.400 euro» conferma Diego. «Dovevamo sostenere la prova finale al rientro dalle vacanze estive, probabilmente a Napoli com’era già capitato ad altri colleghi, ma non abbiamo più avuto notizie. Finché, dopo mesi, ci hanno informati che la Regione Campania aveva bloccato gli esami: per quale motivo, a tutt’oggi lo ignoriamo».
Non si tratta, peraltro, di un caso isolato. Nell’ottobre 2023, infatti, per le stesse ragioni la società veliterna era stata oggetto di un servizio di Striscia la Notizia, che però non aveva avuto alcun seguito.
«Abbiamo allora cercato di farci rimborsare il corrispettivo già versato, ma non abbiamo mai avuto risposta» continua Emmanuel. «Come molti ho perso l’impiego, e negli anni la mancanza di un diploma mi ha precluso anche altre opportunità occupazionali. Almeno quindici di noi hanno dunque deciso di sporgere denuncia contro il gruppo e il suo responsabile, l’ingegner Mario Letizia, con l’idea di intraprendere una class action».
Oltre al danno, insomma, anche la beffa. E come sono lontani i tempi pandemici in cui pure gli operatori socio sanitari erano chiamati da tutti “eroi”…
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