Finalmente si danno dei tempi per le riaperture dell’Ospedale di Tivoli, dopo il terribile rogo nella notte tra l’otto e il nove dicembre che è costato la vita a tre pazienti. Si legge oggi nell’edizione locale del Messaggero che entro la fine del mese in corso il 50% delle dotazioni ospedaliere torneranno a funzionare.
Primo fra tutti il pronto soccorso, che sarà allestito in un container in cortile. Il cronoprogramma per la struttura è stato definito in un incontro in Regione tra il direttore generale della Asl 5, Giulio Santonocito e il responsabile della Direzione regionale per la Salute e l’integrazione, Andrea Urbani.
Intanto, attraverso un sopralluogo, si intende constatare le condizioni della centrale elettrica che supportava le principali apparecchiature e gli ascensori, attualmente posta sotto sequestro giudiziario. Per il dissequestro da parte della Procura di Tivoli ci vorrà molto tempo dal momento che l’ipotesi principale resta un corto circuito. Per poter riprendere le attività a pieno, va da sè che si rende dunque necessario trovare una via alternativa di alimentazione elettrica.
Proprio per questo, al Asl sta avviando delle trattative per prendere a noleggio una centrale elettrica autonoma da poter collegare alla rete cittadina e tornare al pieno regime. Tempi meno brevi, per il dissequestro del corpo ascensori A e B, che permettono l’accesso a ulteriori blocchi.
Sempre sulle pagine del Messaggero, pochi giorni fa è stato lanciato l’allarme per la “fuga” dei medici dalla struttura. I sindacati Cisl fp e Assomed sulle pagine del quotidiano affermavano: « Senza certezza sui tempo di riapertura, il personale è in fuga e cerca la stabilizzazione altrove». Un problema da non sottovalutare in vista delle riaperture e del generale stato di carenza dei medici.
Non tutto procede a rilento però. Alla fine del 2023 sono terminati i lavori per il completo ripristino della Asl B, la meno colpita dalle fiamme e dove ci sono i piani di Radiologia, Servizio psichiatrico, Dialisi, Nefrologia, Servizio trasfusioni, Chirurgia e una sala operatoria con sei posti di Rianimazione.
La riapertura del presidio di pronto soccorso sarà però l’elemento principale per la ripresa delle attività ospedaliere. Da quel momento si potranno ricevere le ambulanze e le emergenze. La struttura sorgerà nel cortile antistante l’Area B in quanto la zona del pronto soccorso è al momento interdetta poiché interessata dall’inchiesta giudiziaria. Mentre si completa la costruzione del pronto soccorso, le macchine sono state sostituite e l’ala collegata ad un impianto idrico autonomi. In questo modo la Regione conta di accelerare i tempi sulla riapertura garantendo l’assistenza sanitaria.
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