Roma Ostia, 34enne molesta due minorenni: bagnanti tentano di linciarlo
Un uomo di 34 anni di origine afgana ha tentano di molestare due 15enni nella spiaggia libera il Curvone di Ostia
Lo scorso lunedì 8 agosto, nella spiaggia libera di Ostia,”Il Curvone”, due ragazze di 15 anni sono state avvicinate da un uomo che ha tentato di molestarle. Utilizzando la scusa di un tuffo e una foto ha provato ad avvicinarsi alle minorenni le quali hanno cercato di allontanarsi.
Ricostruzione dei fatti
Il fatto è avvenuto alla presenza di centinaia di bagnanti che hanno allertato le forze dell’ordine ma il molestatore aveva già iniziato a fuggire, inseguito da diverse persone ha rischiato il linciaggio.
I Carabinieri giunti sul posto in pochi minuti hanno sottratto il fuggitivo alla folla inferocita. Secondo le prime ricostruzioni, l’individuo, un 34enne di origine afgana, aveva tentato di avvicinarsi prima a una ragazza e poi all’altra in mare. Sulla battigia vi era un gruppo di ragazzi che al grido di aiuto delle 2 giovani vittime ha chiamato immediatamente i soccorsi.
Sul posto è giunta una pattuglia dei Carabinieri della Compagnia di Ostia che ha arrestato il sospettato in strada mentre cercava di scappare. Il maniaco, si trova attualmente in stato di fermo per violenza sessuale perché riconosciuto dalle vittime. L’accusa è di violenza sessuale aggravata perché le due ragazze erano minorenni.
La decisione del giudice
L’afghano durante l’interrogatorio ha dichiarato: “è stato un gesto involontario, stavo nuotando e ho toccato inavvertitamente una delle due ragazze ma alla schiena”.
Questa versione non sembra combaciare con le testimonianze delle due ragazze che riportano di essere state palpeggiate ripetutamente prima di poter chiedere aiuto. Il legale del 34enne ha richiesto la scarcerazione o l’obbligo di firma presso l’autorità giudiziaria.
Il 34enne fermato ha inoltre dichiarato: “non c’era nessuna volontà di colpire la sfera sessuale delle ragazze e non poteva sapere che erano minori, non le conosceva neanche”. In disaccordo il Pm che richiede per l’imputato la convalida dell’arresto e la necessità di una misura cautelare in carcere: “è un uomo che non è in grado di trattenere i suoi impulsi”.
Il giudice però ha ritenuto esagerata la richiesta del Pm perché l’imputato non ha alcuna accusa penale e ha predisposto per l’imputato il divieto di dimora a Roma fino al prossimo 20 settembre, quando è prevista la prossima udienza.