Con la stagione ormai alle porte, il Sindaco di solito la indica al primo maggio con un’ordinanza, resta al palo l’assegnazione dei bagnini per le diciassette postazioni di Ostia.
Un errore nei documenti del bando ha fatto ancora slittare l’iter che doveva portare all’avvio del servizio. Sul Corriere della Sera, si specifica anche che questo è il terzo anno di seguito che Roma si trova a fare i conti con dei veri e propri pasticci burocratici sul servizio bagnini: « …nell’estate 2023, tra bagnanti affogati e allarmi, erano rimasti scoperti, cioè senza pattini, la maggioranza degli arenili pubblici. Il Comune a dicembre 2023 ha avocato a sé la gestione del demanio marittimo al posto del X Municipio, creando un ufficio di scopo speciale per il mare della Capitale. Era stata quindi avviata una gara ambiziosa, due anni di servizi affidati per la sicurezza sulle spiagge per oltre un milione di euro in cassa».
Niente da fare nemmeno per il bando in questione, dei due operatori in lizza solo per uno c’era l’ok alla fase successiva della gara poiché l’altro era stato escluso per un ritardo nei pagamenti di Anac. Ironia della sorte « …La vincitrice però, con anomalie riscontrate nella solidità finanziaria, è stata poi esclusa e il bando è saltato».
Ormai con i tempi ristrettissimi, il Campidoglio è passato agli affidi diretti tramite la procedura negoziata. Con questa procedura si invitano diverse ditte a presentare offerte e si decide in base a determinati criteri.
«In pole position sono rimaste la Pool Service e la Ares Management, ma tempi e costi dell’appalto sono dimezzati: solo un anno di bagnini assegnati per poco più di 500 mila euro. E proprio nel verbale di gara che il Gabinetto del sindaco il 10 aprile scorso ha redatto per l’affidamento spunta l’errore: punteggi assegnati alle due ditte in una pagina che appaiono invertiti nel report finale. Chi vince insomma?»
Ultimo fatto, una delle due aziende era stata esclusa per essere stata oggetto di un’informativa del direttore del X Municipio, all’ispettorato del lavoro in cui si chiedeva di “attivare controlli di rito” sul personale.
Ma al centro della questione c’è anche una annosa diatriba su stipendi e inquadramento bagnini. La domanda sarebbe più che legittima: considerato che al mare di Roma servono necessariamente bagnini, non sarebbe ragionevole internalizzare il servizio? Da un lato si garantirebbe la sicurezza di romani e turisti per anni, dall’altro si stabilizzerebbero decine di bagnini precari e, spesso, sottopagati. Proprio la scorsa settimana, i bagnini si erano riuniti per protestare sotto la sede del Municipio.
Insomma, a meno di due settimane dal canonico via libera alla balneazione, le spiagge di Roma sono orfane di personale, con chioschi e servizi in balia di un limbo burocratico che pare essere un mare in burrasca.
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