Paolo Barelli: “Se chiudono centri sportivi, italiani senza attività motoria”
“I centri sportivi sono l’unica possibilità per i cittadini di accedere all’attività motoria, la quale è fonte di benessere necessario per la crescita dei nostri giovani”
Abbiamo intervistato Paolo Barelli, presidente della Fni, Federazione Italiana Nuoto che ci ha denunciato il pericolo di chiusura per le società sportive, la quale comporterebbe enormi disagi alla popolazione, la quale in Italia può accedere alle attività motorie solo per mezzo delle società sportive.
“La preoccupazione maggiore che ho al momento è relativa alle società sportive di base e agli impianti sportivi: in Italia lo sport non è praticabile nelle scuole o nelle università in quanto non esistono impianti sportivi nelle scuole, o sono vetusti e inadatti. L'attività sportiva non è offerta dai comuni di residenza, quindi i centri sportivi sono l'unica possibilità per i cittadini di accedere allo sport inteso come attività motoria, la quale è fonte di benessere necessario per una crescita sana dei nostri giovani e anche della salute degli adulti. Questi rischiano di chiudere definitivamente durante questo peridodo di stallo.
Il mio pensiero va a queste società che sono spesso fragili dal punto di vista economico nonostante il servizio che offrono alla cittadinanza. Per quanto riguarda le piscine l'acqua deve continuare ad essere filtrata, vi sono spese per apparati tecnologici. La mancanza dell'utenza fa sì che non abbiano i fondi anche per promuovere l'attività motoria di base per i cittadini”.
Cosa ci può dire per quanto rigurda invece gli atleti di alto livello?
“Per quanto riguarda gli atelti agonistici di alto livello auspico che possano ricominciare ad allenarsi il prima possibile nel rispetto della loro tutela e degli altri. Il nuoto è uno sport individuale che può essere svolto in maniera solitaria quindi mantenendo quelle che sono le distanze di sicurezza previste dal Governo per la nosta protezione. Se questi atleti perdono mesi di allenamento saranno penalizzati e non potranno più competere con i campioni di altre nazioni”.
A cura di Manuel Mancini e Giulia Bertotto
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