Ieri pomeriggio Papa Francesco ha celebrato la Messa nella Basilica di San Paolo fuori le mura, sancendo così la sua presa di possesso, in qualità di Vescovo di Roma, della Chiesa in cui è custodita la tomba di San Paolo.
Ad accoglierlo alla Basilica nella sua prima visita da Pontefice, c’erano il cardinale arciprete James Harvey e il vicario di Roma Agostino Vallini.
Papa Francesco si è dapprima recato sulla tomba dell’apostolo delle genti per pregare.
"Siamo sulla tomba di San Paolo, un umile e grande apostolo del Signore – ha detto il Santo Padre -, che lo ha annunciato con la parola, lo ha testimoniato col martirio e lo ha adorato con tutto il cuore. Il Vangelo va annunciato e testimoniato, perché la fede nasce dall'ascolto, e si rafforza nell'annuncio".
"Ciascuno – ha proseguito Bergoglio – dovrebbe chiedersi: Come testimonio io Cristo con la mia fede? Ho il coraggio di Pietro e degli altri Apostoli di pensare, scegliere e vivere da cristiano, obbedendo a Dio?".
Duro l’ammonimento di Papa Francesco durante la sua omelia.
"L'incoerenza dei fedeli e dei Pastori tra quello che dicono e quello che fanno, tra la parola e il modo di vivere mina la credibilità della Chiesa", queste le sue parole.
"Ricordiamolo bene tutti: non si può annunciare il Vangelo di Gesù senza la testimonianza concreta della vita. Chi ci ascolta e ci vede deve poter leggere nelle nostre azioni ciò che ascolta dalla nostra bocca e rendere gloria a Dio!"
"Nel grande disegno di Dio ogni dettaglio è importante – ha proseguito -, anche la tua, la mia piccola e umile testimonianza, anche quella nascosta di chi vive con semplicità la sua fede nella quotidianità dei rapporti di famiglia, di lavoro, di amicizia. Ci sono i santi di tutti i giorni, i santi 'nascosti', una sorta di 'classe media della santità' di cui tutti possiamo fare parte".
"Adorare il Signore vuol dire affermare, credere, ma non semplicemente a parole, perché solo Lui guida veramente la nostra vita. Questo ha una conseguenza nella nostra vita: spogliarci dei tanti idoli piccoli o grandi che abbiamo e nei quali ci rifugiamo, nei quali cerchiamo e molte volte riponiamo la nostra sicurezza. Sono idoli che spesso teniamo ben nascosti; possono essere l'ambizione, il gusto del successo, il mettere al centro se stessi, la tendenza a prevalere sugli altri, la pretesa di essere gli unici padroni della nostra vita, qualche peccato a cui siamo legati, e molti altri".
Bergoglio ha poi proseguito invitando tutti i fedeli a riflettere.
"Questa sera vorrei che una domanda risuonasse nel cuore di ciascuno di noi e che vi rispondessimo con sincerità: ho pensato a quale idolo nascosto ho nella mia vita, che mi impedisce di adorare il Signore? Adorare è spogliarci dei nostri idoli anche quelli più nascosti, e scegliere il Signore come centro, come via maestra della nostra vita".
Infine, un pensiero ai cristiani perseguitati nel mondo.
"Preghiamo in modo particolare per i cristiani che soffrono persecuzione – ha detto Papa Francesco – perché possano sentire la presenza viva e confortante del Signore Risorto".
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