La notizia è stata diffusa soltanto da pochi minuti e già è un susseguirsi di telefonate, richieste, interrogativi. “Come? Dove? Quando?”. La Presidenza del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise aveva già deciso l’operazione da qualche settimana e il silenzio degli ultimi giorni che aveva interessato la sorte dell’orsetta più famosa del Paese, aveva fatto intuire che qualcosa di straordinario stava per accadere.
D’altronde, eravamo stati proprio noi a parlare della possibile e imminente liberazione soltanto giovedi scorso nel corso della rubrica Animambiente, diretta dal sottoscritto con Francesco Vergovich, sulle frequenze di Tele Radio Più (www.teleradiopiu.it) quando, sentito l’ufficio di presidenza del PNALM e con il parere di un esperto del settore come Stefano Orlandini di Salviamo l’Orso, si era disquisito sulla possibile ed imminente reintroduzione in natura della piccola orfana.
La prima neve dei giorni scorsi, così come il rallentamento del metabolismo, hanno convinto i responsabili del Parco a tentare il rilascio che sarebbe dovuto avvenire nella massima riservatezza per evitare clamori, anche mediatici, che sarebbero potuti risultare pericolosi per la riuscita dell’operazione stessa. E’ bene ricordare, infatti, che Morena rappresenta il primo caso italiano di rilascio in natura di un Orso Marsicano, specie ad alto rischio di estinzione che vede, grazie a lei e agli altri nuovi nati censiti nei giorni scorsi nelle aree del Parco, una nuova speranza per la prosecuzione della specie.
Le autorità del Parco, che ne hanno ufficializzato la reintroduzione in natura, spiegano le motivazioni della liberazione anche con un comunicato ufficiale e corredato da un video che racconta le fasi salienti della ritrovata libertà.
“Lo staff del servizio scientifico e veterinario del Parco, dichiarano, unitamente al personale di sorveglianza, ha provveduto a rilasciare in Natura l’orsetta Morena. L’operazione, precisano, è avvenuta nei giorni scorsi e sotto la massima riservatezza, dopo averla sottoposta ad attenta visita sanitaria, secondo quanto stabilito nelle linee guida per il rilascio, redatte in collaborazione con un pool di esperti nazionali e internazionali, con il supporto dell’ISPRA (Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e con il conforto dei consigli del Dr. Beecham che ha aiutato il Parco sin da agosto, in questa difficile operazione.”
Le considerazione seguite alla continua sorveglianza, unitamente alle nascenti condizioni climatiche che avevano visto cadere la prima neve, avevano modificato, come dicevamo, i ritmi di Morena che aveva cominciato a cercare la tana e a rallentare il proprio metabolismo. “Già dall’ultima nevicata di novembre, è precisato, Morena aveva iniziato a ridurre l’assunzione di cibo e a nascondersi nella tana anche per l’intero giorno. Segnali importanti ed inequivocabili che ci hanno fatto decidere sul suo rilascio.” La discussione in merito alla scelta di un eventuale sito dove operare la liberazione non è stata semplice. “I siti sono stati individuati sulla scorta di una serie di elementi oggettivi. La bassa densità umana, la presenza di acqua e potenziali siti di svernamento così come la bassa densità di orsi maschi adulti, sono alcuni degli elementi più importanti presi in considerazione. Non ultima, hanno sottolineato, la distanza dai centri abitati.”
Già dall’ottobre scorso, ai tempi della mia visita presso la sede del Parco, quando avevo avuto modo di avere un incontro ravvicinatissimo con il vecchio Sandrino, l’orso simbolo del Parco, morto di vecchiaia pochi giorni dopo, o la bellissima femmina Yoga, in splendida forma e nel pieno della maturità, mi ero trattenuto per diverse ore con il custode di Morena che mi aveva raccontato il suo amore per gli orsi e per la piccola in particolare con la quale aveva condiviso le paure e le incertezze delle prime ore, delle prime settimane, seguite al suo ritrovamento. “La scelta del tempo e del sito del rilascio dipendevano, a parere degli esperti, soprattutto dal peso e dai comportamenti. Per quanto riguarda il peso, la piccola aveva superato i 40 kg, motivo per il quale si stava tranquilli, mentre per gli aspetti comportamentali, non si voleva che la visita dei custodi, quasi quotidiana, potesse determinare “abituazione”.”
Morena sarà seguita grazie al radio collare satellitare di cui è stata munita prima del rilascio. Le informazioni sulle sue attività arriveranno in tempo reale. “Al Corpo Forestale dello Stato, ha dichiarato il Presidente Antonio Carrara, va il nostro ringraziamento per il supporto logistico e la collaborazione.”
Sono state prese in considerazione le mille variabili che possono significare la riuscita o meno di una vicenda che ha già fatto storia. “Con lo stesso presupposto con cui abbiamo prelevato Morena a fine maggio scorso, ha concluso il Direttore del Parco Dario Febbo, quello cioè di dare una chance di sopravvivenza ad una femmina di Orso Bruno Marsicano, ora l’abbiamo restituita alla Natura.”
Non sappiamo come finirà. Sappiamo soltanto che Morena, adesso, è nel suo mondo. Nuovamente accolta da quei boschi e quelle montagne che, tanto tempo fa, l’avevano consegnata agli uomini perché potessero curarla ed accudirla. Da allora sono trascorse stagioni, mesi.. Era tempo di tornare a casa.
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