Inter-Roma segna la fine della striscia di imbattibilità dei giallorossi. Uno stop che potrebbe significare la perdita del quinto posto ai danni di Lazio e/o Fiorentina, con l’Atalanta che si rifà sotto. Ma al netto del risultato qualche spiraglio di luce c’è e bisogna guardare alla sfida di Leicester con speranze immutate.
Terza sconfitta in tre sfide ufficiali, oltretutto con risultati abbastanza larghi. Il pesante 0-3 rimediato all’Olimpico, il 2-0 nerazzurro di San Siro in Coppa Italia di febbraio più il 3-1 di stasera. 8 gol subiti, uno solo fatto: per Mourinho, ogni sfida contro il suo passato è stata un incubo, i cui i nerazzurri hanno dimostrato di essere sempre superiori. In particolare nelle sfide di campionato, in cui la squadra di Simone Inzaghi proveniva da grandi momenti di forma. Anche stasera si è notato come la sfida vinta a Torino abbia segnato il punto di svolta che potrebbe valere il secondo Scudetto consecutivo: solida, cinica e verticale quando serve, con un leggero rallentamento solo negli ultimi minuti a risultato in ghiaccio. L’Inter ha il destino nelle proprie mani.
Il risultato non va dimenticato (anzi è la prima cosa da vedere) ma è innegabile come nelle tre sfide ai nerazzurri si sia vista una crescita della squadra di Mourinho. A dicembre una sconfitta senza appello, senza occasioni e – tra l’altro – senza Abraham. In coppa una partita da subito su binari difficili, mentre nella partita odierna una Roma presente per tutti i 90 minuti. Turning point della sfida il primo gol: 30 secondi prima del gol di Dumfries, Mancini di testa da corner mette alto un pallone ghiottissimo. Dopo ogni gol dell’Inter la Roma non si è disunita, anche dopo il 3-0, avvenuto su colpevole dormita da palla inattiva che consente un facile colpo di testa a Lautaro Martinez.
Nonostante una partita compromessa – e con la testa che poteva già andare alla partita di Conference di giovedì – i giallorossi hanno provato a colpire, riuscendoci all’85’ con una bella combinazione tra Karsdorp, Shomurodov e Mkhitaryan. Nel finale in ripartenza e da palla ferma anche qualche potenziale opportunità per riaprirla. La crescita di gioco e mentale della Roma si è vista nell’arco delle tre sfide distribuite in cinque mesi.
La buona Roma vista negli ultimi 15 minuti è derivante anche dai cambi fatti dal tecnico portoghese. Al netto dell’indisponibilità di Cristante (infortunio) e Zaniolo (squalifica), nell’ultima parte di gara hanno rifiatato Pellegrini, El Shaarawy e Abraham. Al loro posto Veretout, Carles Perez e Shomurodov hanno avuto buoni spunti. Soprattutto questi ultimi due stanno ritrovando il campo più spesso, seppur a partita in corso e potrebbero tornare utili nella partita di Leicester. Un anno fa, a Manchester, la Roma crollò nella ripresa per infortuni e rosa corta. I giallorossi arrivano a una sfida decisiva a pieno organico o quasi.
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