Pendolari Roma-Lido e Roma Nord insieme contro aumento biglietti TPL
Un aumento delle tariffe non solo sarebbe ingiustificato, ma rischierebbe di allontanare ulteriormente i cittadini dall’uso del trasporto pubblico
L’annuncio dell’aumento delle tariffe del trasporto pubblico locale (TPL) a Roma, richiesto dal sindaco Roberto Gualtieri e diretto al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, ha suscitato una dura reazione da parte dei Comitati Pendolari della Roma Lido e della Ferrovia Roma Nord. In un comunicato congiunto, i comitati hanno espresso il loro dissenso, evidenziando le gravi conseguenze che tale scelta potrebbe comportare per i cittadini e per la città di Roma.
I pendolari: tariffe troppo alte per un servizio degradato
Uno dei punti principali della critica avanzata dai pendolari riguarda il rapporto tra la qualità del servizio offerto e il prezzo attuale delle tariffe, già considerato eccessivo. I rappresentanti dei comitati hanno puntato il dito contro la gestione di Atac, l’azienda di trasporto pubblico romana, definendola “campione di disservizi”. Le lamentele riguardano le lunghe attese dei mezzi, le stazioni della metropolitana chiuse, le scale mobili fuori uso e la riduzione del numero di tram in circolazione.
Nonostante queste criticità, il bilancio di Atac è tornato in attivo, registrando un avanzo di 11 milioni di euro dopo quattro anni. Inoltre, sono stati stanziati ingenti fondi provenienti da diverse fonti, tra cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Giubileo e il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), per migliorare e potenziare il servizio.
Alla luce di questi dati, i pendolari si interrogano sulla reale necessità di aumentare le tariffe. “Perché aumentare biglietti e abbonamenti settimanali?” si domandano, accusando l’amministrazione di voler destinare i ricavi agli stipendi e ai premi dirigenziali piuttosto che al miglioramento del servizio.
Conseguenze di un aumento delle tariffe
Secondo i comitati pendolari, un aumento delle tariffe non solo sarebbe ingiustificato, ma rischierebbe di allontanare ulteriormente i cittadini dall’uso del trasporto pubblico, incentivando invece l’utilizzo dell’auto privata.
“Negli ultimi anni c’è stata una fuga dal trasporto pubblico a favore dell’auto privata”, sostengono, citando dati significativi: una riduzione del 14% dei biglietti venduti rispetto al 2019, e una depositata dell’8,6% degli abbonamenti annuali rispetto all’anno precedente.
Tali numeri, secondo i pendolari, testimoniano un progressivo abbandono del trasporto pubblico da parte della cittadinanza, già insoddisfatta dalla qualità del servizio.
Il rischio, sottolineano, è che un ulteriore aumento delle tariffe peggiori la situazione, con un conseguente aumento del traffico, dell’inquinamento atmosferico e dello stress per i cittadini.
La critica
Un’altra accusa che emerge dal comunicato è rivolta alla gestione politica della mobilità a Roma. Secondo i pendolari, Atac “guida la politica dei trasporti cittadini” e i decisori pubblici si lasciano condizionare dall’azienda piuttosto che dare priorità alla qualità del servizio e alla sostenibilità delle scelte.
Le parole dell’assessore alla mobilità Eugenio Patané, che ha sostenuto come gli aumenti delle tariffe siano giustificati dal fatto che queste non vengono ritoccate da 20 anni, vengono definite “falsità” dai pendolari, i quali ricordano che l’ultimo aumento risale al 2012 , durante l’amministrazione di Gianni Alemanno, in concomitanza con l’apertura della linea B1.
I comitati pongono quindi l’accento sulla mancanza di una visione chiara e sostenibile da parte dell’amministrazione capitolina, accusando il sindaco Gualtieri e l’assessore Patané di non comprendere le reali esigenze dei viaggiatori e di essere più attenti ai bilanci aziendali che al benessere della cittadinanza. “Prima è necessario portare il servizio a un livello dignitoso“, affermano i pendolari, “solo dopo si può parlare di aumenti.
La mobilitazione dei pendolari
Di fronte alla prospettiva di un aumento delle tariffe, i comitati pendolari non intendono restare in silenzio. Dopo aver già manifestato la loro opposizione in due occasioni, ad aprile e a giugno del 2023, annunciano nuove iniziative di protesta, pronte a coinvolgere un numero sempre maggiore di viaggiatori. “Noi ci opponiamo a questi aumenti ingiustificati e ingiustificabili”, dichiarano, promettendo di portare la loro battaglia direttamente alla Regione, chiamata a decidere sulla questione.
E se questo non fosse sufficiente, i pendolari sono pronti a mobilitarsi in modo ancora più deciso, con manifestazioni sotto le finestre delle responsabilità delle scelte che, a loro avviso, danneggiano ulteriormente chi già deve affrontare disagi quotidiani per spostamento in città.
Il comunicato dei Comitati Pendolari della Roma Lido e della Ferrovia Roma Nord esprime una forte critica alla richiesta di aumentare le tariffe del trasporto pubblico, considerata una scelta contraddittoria rispetto agli obiettivi di mobilità sostenibile. La loro opposizione si fonda su un’analisi della situazione attuale del servizio, dei dati economici di Atac e delle conseguenze che un aumento delle tariffe potrebbe avere sulla qualità della vita