Pestaggio al Quarticciolo, tra guerra dei poveri e violenza gratuita
Dal caso del pestaggio al Quarticciolo agli altri casi di giustizia fai da te, quando il colpevole diviene vittima
Il Quarticciolo, uno dei tanti quartieri periferici della Capitale, spesso agli onori della cronaca per vicende che vedono protagonisti gli abitanti e gli immigrati, su barricate opposte in una guerra tra poveri che è lo specchio della nostra Italia incattivita.
Succede che in questo contesto un uomo di origini indiane, che forse era sul posto per acquistare degli stupefacenti, cerca di strappare dal collo di una anziana di 90 anni la catenina d’oro che porta al collo.
Di giorno e di fronte ad alcuni residenti, ed è così che il malvivente viene bloccato, circondato e picchiato da almeno 7 persone. Frattura del setto nasale e ricovero ospedaliero per il 36enne indiano che dal suo letto annuncia di voler denunciare i suoi aggressori e poi lasciare la città.
Senza negare le responsabilità del soggetto, vorrei porre l’accento sulla giustizia fai da te che sembra essere ormai una constante in questa società.
Non solo al Quarticciolo, sempre più episodi di pestaggi punitivi
Un altro ladro acrobata di 16 anni, questa volta di origini cubane, è stato bloccato a Ostia, il 24 agosto, nella tarda serata, mentre tentava di entrare in un appartamento di via Bragozzi, sul lungomare. Anche questa volta sono volati schiaffi, pugni e calci. Quando sono arrivati i militari dell’Arma il ragazzo era malconcio, ed è stato subito portato in ospedale, e poi accompagnato in caserma dove è stato identificato e denunciato per tentato furto.
Anche un bambino di 13 anni, a Marina di Vietri sul Mare, in provincia di Salerno, sorpreso a rubare zaini e telefonini sulla spiaggia, ha rischiato il linciaggio, se non fosse stato per la Polizia Municipale che l’ha sottratto alla furia dei bagnanti. Lo ha riportato il quotidiano La Città di Salerno.
Sulla spiaggia di Misano Adriatico, in Romagna, sempre in questo fine d’estate, un uomo di 47 anni, è stato arrestato con l’accusa di aver molestato due bambine di 10 e 11 anni. Per fortuna le bambine, abbastanza sveglie, hanno chiesto aiuto ai genitori che hanno bloccato l’uomo e, per fortuna, chiamato prontamente le forze dell’ordine, come sarebbe logico fare. I Carabinieri hanno così risolto la tensione che si era creata e sottratto la persona a un sicuro linciaggio.
I cittadini non sono giudici, non ci si improvvisa giustizieri
Chi sono questi che assistendo a scene di aggressione, preferiscono riprendere le scene con il telefono? Dipende dal grado di civiltà dei passanti e delle persone che si affacciano sulla strada per girare col cellulare la scena delle botte. Se sono persone responsabili e che conoscono i limiti che fissa la legge, chiamano subito la Polizia.
In caso di belve feroci esasperate che non vedono l’ora di far fuori qualcuno, ripongono il telefono per massacrare in molti contro uno il colpevole, secondo loro, per poi scappare come topi, quando arrivano gli agenti.
Se sono dei vigliacchi cui piace il sangue ma vogliono sentirsi solo testimoni allora mettono il telefono in funzione video.
Nel caso del Quarticciolo, quando sono arrivati i Carabinieri, delle 7 persone che avevano massacrato lo scippatore non c’era traccia. Che coraggiosi! Forti delle loro idee! Che belle persone! Invece di far rispettare la legge fermando un ladro e consegnandolo alle forze dell’ordine, decidono di sfogarsi e picchiarlo decidendo loro “colpevolezza e punizione“. Sostituendosi in pratica alla Giustizia, come se ne avessero la facoltà e la capacità. Ora sono indagate e rischiano un’accusa per tentato omicidio. Già sento i pareri contrari. Il ladro rimesso in libertà e quelli che hanno difesa la povera signora indagati! Già. La legge va fatta rispettare. Il ladro ha tentato un furto e rischiato di ferire una signora. Questa macchia pende sulla sua fedina penale e la prossima volta va di filato in carcere. Chi ha tentato di ammazzarlo s’è messo al suo livello, o forse peggio, e dev’essere trattato alla stessa maniera, da delinquente. Il cittadino ha il dovere di collaborare con le forze di giustizia non di sostituirsi alla Giustizia.
Dilaga la moda dei video sui social
Una ultima considerazione, fatta già tante altre volte. Quando succede un fatto di violenza per strada c’è chi interviene, chi si astiene e chi filma. Perché lo fa? Per dare il video ai Carabinieri? Non credo. Per registrare qualcosa di incredibile, di eccezionale? Come quando per strada la gente scende dall’auto e si mette a filmare morti e feriti di un incidente. Perché lo fanno? Invece di portare soccorso, chiamare aiuto con lo stesso telefono, si mettono a documentare. Le motivazioni possono essere diverse e credo, nessuna lusinghiera per i protagonisti. Di fatto quei video diventano prove a carico dei soggetti che usano violenza contro le vittime o dei colpevoli dell’incidente. È successo anche a quei poliziotti americani che maltrattarono il cittadino di colore fino ad ucciderlo. Se non ci fosse stato il video, gli agenti l’avrebbero fatta franca. Quindi alla fine è un bene che ci siano i video. Ma resta per me inconcepibile che per prima cosa si pensi a registrare piuttosto che a sedare o aiutare. Cosa siamo diventati? Vediamo la realtà attraverso il filtro di un video anche quando siamo presenti al fatto e invece di sentirci protagonisti, vogliamo solo esserne spettatori. Ma non va bene, “anche se vi ritenete assolti, diceva Fabrizio De André, sappiate che siete ugualmente coinvolti”.
Foto di archivio