Pestaggio Colleferro: spavaldi e indifferenti i due arrestati sono picchiatori
Nemmeno ce li hanno 20 anni, ma i 2 del pestaggio di Colleferro hanno già intrapreso il cursus honorum della violenza
Nemmeno ce li hanno 20 anni. 19 anni secondo l’anagrafe, ma il loro cursus honorum della violenza ci racconta di due ragazzi adusi a picchiare il prossimo senza motivo. Per gioco. Un gioco di sguardi minacciosi e di pugni che fanno male. Cercano il pretesto, uno qualunque, ti guardano male, dicono che tu li stai guardando male e cominciano a picchiare. Funzionava così. Fanno boxe i due delinquenti e con i ragazzi di Segni si erano già incontrati.
I boxeur picchiano anche in trasferta
Era accaduto proprio a Segni, un mese fa e quella volta i boxeur picchiavano in trasferta. Uno dei 2 giovani di Segni malmenati ieri a Colleferro, quello a cui è andata meglio, ha preso un pugno in faccia e il labbro rotto. Quella volta aveva preso botte per strada. Un’auto si ferma, scende il delinquente, gli dice: “Che stai a guardà?” e prende a pestarlo. Non viene denunciato perché di solito le persone pacifiche sono buone. Il boxeur accompagnato da spalleggiatori è ubriaco e il ragazzo che subisce la violenza non vuole rovinarlo, pensa sia solo una bravata, anche se i genitori spingevano per una denuncia.
La passeggiata di sabato pomeriggio
Veniamo ai fatti di sabato pomeriggio. Colleferro è una città che storicamente ha una tradizione commerciale importante. Non è più come un tempo, ma ancora produce una forte attrattiva sui Comuni adiacenti e tanti ragazzi vanno a Colleferro per una passeggiata e per fare nuove amicizie. Il gruppo di ragazzi aggrediti, parte da Segni e arriva a Colleferro. Fanno un giro e poi si dirigono verso il Cinema Multisale Ariston e qui sono subito bersaglio di parole pesanti e minacce da parte di un giovane colleferrino. Non vogliono litigare i ragazzi di Segni, cercano di evitare guai, si alzano e vanno verso il centro, direzione Corso Filippo Turati.
L’aggressore li segue a distanza e intanto chiama un amico che lo raggiunge. Arrivati in Piazza della Repubblica che fa angolo con Corso Turati gli aggressori urlano: “Ma a te non ti avevo detto che non dovevi più mettere piede a Colleferro?” – Risposta: “Ma io non sto dando fastidio a nessuno, sono qui solo per una passeggiata”. – Lo incalza: “Tu qua non ci devi venì”. E parte un pugno sul volto dell’amico del 17enne, un giovane di 18 anni. Gli rompe il labbro. Poi si lancia verso il 17enne. Un pugno in faccia lo fa cadere a terra e mentre è a terra arriva l’altro 19enne colleferrino e gli dà un calcio sul viso facendolo sbattere contro una macchina. Poi i due scappano.
Non tutti i giovani sono senza coscienza
Qualcuno accorre in aiuto dei ragazzi di Segni. Sono altri giovani di Colleferro, ragazzi con coscienza, che provano anche a fermare gli aggressori e a convincerli a non scappare. Rimangono lì fino all’arrivo del 118 e grazie alla testimonianza dei giovani che erano presenti al momento del pestaggio la Polizia ha potuto rintracciare i due aggressori. Uno era a casa e aveva già cambiato gli abiti per cercare di depistare gli inquirenti, l’altro si era reso irreperibile ma raggiunto al telefono si è consegnato alla Polizia di Stato.
I due arrestati non hanno manifestato alcun segno di rimorso o preoccupazione. Ammiccavano, sorridevano davanti ai poliziotti che cercavano di far loro capire la gravità del fatto compiuto. Teste vuote senza futuro. Sono un danno per la comunità, dovrebbero essere messi al bando. Intanto sono stati condotti al carcere di Rieti ma la città di Colleferro una volta che avranno scontato la pena, dovrebbe cacciarli via. Per infamia. Il caso di Willy Monteiro Duarte accaduto proprio a Colleferro il 6 settembre scorso, non ha prodotto alcun esempio e nessun timore per le possibili conseguenze. Certa gente non ha anima, non ha umanità, non vale niente. Tutti dobbiamo guardarli con disprezzo.
Il giovane 17enne è ricoverato al San Giovanni di Roma in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Attendiamo presto buone notizie su di lui.
Si può prevenire il problema di un figlio violento?
Come prevenire che un figlio aggressivo possa mettersi in una situazione di non ritorno? Risponde Antonio Augello, presidente di Tutela in Azione.
Il concetto di responsabilità genitoriale totalmente riconsiderato negli ultimi anni dal legislatore va puntualizzato quanto ai doveri reciproci di genitori e figli. Per quanto riguarda i genitori, questi hanno l’obbligo non solo di educare, ma anche di vigilare sui figli minorenni. Una vigilanza che andrebbe comunque mantenuta, con il rispetto dei diritti, anche una volta divenuti maggiorenni ma ancora conviventi sotto lo stesso tetto.
I pericoli nei quali un minore può incorrere, nel corso degli anni, ha visto un esponenziale incremento, sia in merito alla frequentazione di “cattive compagnie” che trasformano la trasgressione tipica dell’età in azioni violente, illecite con il sempre presente uso di droghe ed alcol. A ciò, va aggiunto l’effetto amplificante dell’utilizzo della tecnologia e dei social che espongono l’intero nucleo familiare a situazioni di rischio troppo spesso trascurate.
Dunque, nel caso si verifichino situazioni percepite come anomale, è fortemente consigliato attuare un controllo sui diversi aspetti della vita dei propri figli. I campanelli d’allarme che dovrebbero far attivare un genitore responsabile sono diversi. I più frequenti sono:
I comportamenti del minore che possono fungere da campanello d’allarme per il genitore responsabile possono essere i seguenti:
- Ingiustificata conflittualità con almeno uno dei genitori;
- Scarsa tolleranza ad accettare i divieti o le imposizioni al punto di scatenare comportamenti violenti ed aggressivi;
- Mutamento nelle abitudini e nelle frequentazioni;
- Scarso impegno scolastico e sportivo.
In questi casi, il controllo sui propri figli minori deve essere esercitato dai genitori in virtù del dovere di controllo che debbono esercitare nei confronti del medesimo, al fine di prevenire e tutelare la prole minorenne da eventuali situazioni di pericolo e da conseguenze che potrebbero condizionare il resto della vita adulta.
Rivolgendosi a strutture come la nostra associazione, utilizzando figure professionali qualificate ( un mix di indagini e psicologia ), con estrema “delicatezza” si potranno evitare situazioni di grave compromissione e bloccare sul nascere attività illecite e autolesioniste.
Poveri genitori, un fallimento educativo e familiare. I due ragazzi è bene che riflettano a lungo su quanto hanno fatto. Delinquenti da quattro soldi.