Cento anni di vita il prossimo anno, ma portati benissimo. Lo stabilimento Italcementi di Colleferro ha aperto le porte alla comunità nella giornata di sabato 16 giugno e oltre mille persone hanno risposto a questo invito, occasione importante per visitare l’impianto e conoscere i rinnovati impegni a favore del dialogo con il territorio, della sostenibilità, dell’ambiente, della sicurezza su lavoro e dell’innovazione di prodotto. Autorità civili, militari e religiose per questa grande giornata che ha ‘riportato’ in fabbrica ex dipendenti di ieri e di oggi, rappresentanti delle ditte che all’interno della cementeria operano, figli di dipendenti di ieri e di oggi. Una gran bella giornata per ‘cementare’ il rapporto con il territorio, così il benvenuto da parte del direttore dello stabilimento di via Sabotino, Ing. Lorenzo Metullio. “Nel nostro stabilimento operano 120 persone tra dipendenti e indotto – prosegue il direttore – il nostro obiettivo è quello di lavorare sempre per l’eccellenza delle persone, passando assolutamente per il valore, la salute e la sicurezza delle persone e dell’ambiente che ci ospita ormai da quasi cento anni”.
Proprio in questa direzione si vuole arrivare a istituire, oppure restituire un rapporto con il territorio. Un tempo erano molte di più le persone impiegate nel cementificio, per cui era più facile conoscere le attività all’interno, oggi è diverso e lo stabilimento, spina dorsale del gruppo imprenditoriale, ha bisogno di far conoscere le proprie eccellenze.
Etica e governace sono il binomio messo in atto dall’azienda e le persone sono il patrimonio e l’investimento più grande, quello intangibile, ma per il quale l’azienda investe in sicurezza. Tanto per dare qualche numero, Italcementi produce 10 milioni di tonnellate di cemento l’anno, con il lavoro di 1700 persone impiegate in tutta Italia, con stabilimenti da nord a sud, isole comprese. Riduzione netta degli infortuni sui luoghi di lavoro, grazie a una politica sulla sicurezza, ambiente e qualità molto ferrea, formazione e informazione continua, esercitazioni e simulazioni per prevenire ed intervenire in situazioni di emergenza. Anche la Cava San Bruno, dalla quale si estrae la materia prima per la produzione del cemento, ha celebrato quest’anno il diciotto anni senza infortuni sul luogo di lavoro.
“Con il Porte Aperte desideriamo rafforzare il dialogo positivo con la comunità locale di cui ci sentiamo parte e che rappresenta uno degli elementi cardine dell'approccio sostenibile che caratterizza l'identità dell'azienda. – ha dichiarato l’ing. Agostino Rizzo, Direttore Tecnico Italcementi – l’anno prossimo festeggeremo insieme i 100 anni di presenza a Colleferro, possiamo affermare che siamo cresciuti con la città. Nel nostro impianto hanno lavorato generazioni di famiglie e con il nostro cemento sono state realizzate opere e infrastrutture importanti per tutto il Lazio. La giornata di oggi vuole essere un’ulteriore testimonianza della nostra volontà di mantenere un confronto aperto, costante e costruttivo con la comunità locale. Un ringraziamento particolare va alle associazioni del territorio che, con la loro presenza e partecipazione, hanno voluto testimoniare il loro attaccamento alla società”.
Oltre agli investimenti effettuati nel 2017, è stato presentato alle autorità un piano di investimenti complessivo di circa 1 milione di euro per il 2018 con ulteriori interventi ambientali sui filtri, per il sistema di monitoraggio dei dati ambientali con una tecnologia innovativa e il rinnovamento di alcune parti della cementeria.
Interessante il giro dello stabilimento, dalla sala controllo ai vari reparti operativi: forni, insacco, officina. Un tuffo al cuore per chi quegli spazi e quegli ingranaggi li ha vissuti, per chi ha trascorso più tempo a salire e scendere le scale dell’impianto, piuttosto che ha casa con la famiglia, ognuno di loro ha contribuito alla storia della cementeria, è così che i processi produttivi e di gestioni si sono migliorati negli anni e nei decenni. L’industria fa parte della città e nasce prima della città, per questo ci deve essere convivenza e collaborazione da entrambe le parti, ha avuto modo di commentare il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna. La cava che fornisce materia prima si trova a Segni, per questo anche il neo eletto primo cittadino di Segni, Piero Cascioli, ha avuto modo, come prima uscita ufficiale da sindaco, di conoscere una realtà a lui sconosciuta e per la quale il comune di Segni, con la cava e con la forza lavoro contribuisce e ha contribuito alla storia della produzione.
Tra le realtà del territorio presenti all’evento, il Museo del Rugby Fango e Sudore, l’Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici, i Vigili del Fuoco, che periodicamente collaborano con la cementeria per esercitazioni sulla sicurezza e il gruppo SAF specializzati nei recuperi in situazione di emergenza, Space Events Organization per l’accoglienza, il buffet, gli artisti di strada che hanno intrattenuto i bambini e lo stand storico con le immagini della cementeria della prima ora.
In questa atmosfera i vertici al fianco dei lavoratori, delle loro famiglie, in ascolto dei ricordi dei più anziani e di quello che è stato. Il futuro sarà sempre meglio e l’auspicio di tutti è quello di migliorare i numeri suddetti.
Un cemento di qualità
Il cemento prodotto nella cementeria Italcementi di Colleferro è stato utilizzato in diverse opere come ad esempio la tratta Roma- Napoli delle ferrovie ad Alta Velocità; il prolungamento dell’Ante Murale e la darsena dei traghetti del Porto di Civitavecchia con un cemento che resiste in acqua oltre 100 anni; il raddoppio ferroviario tra Lunghezza e Guidonia; il Parco dei Frutti a Guidonia con un cemento che rispetta il ciclo naturale dell’acqua, alcuni tratti del Grande Raccordo Anulare; il Porto Turistico di Ostia, il complesso Warner Bros e il Museo MAXXI a Roma; la chiesa del Pantano a Segni, l’ Ospedale dei Castelli Romani e la Chiesa S. Maria delle Mercede di Alatri.
La storia della cementeria di Colleferro
Sorta nel 1919, la cementeria di Colleferro fu la prima in Italia a essere destinata a produrre leganti idraulici pozzolanici, valorizzando i giacimenti di pozzolana della zona. Il rapido sviluppo dell’attività dello stabilimento portò alla costituzione nel 1921 della “Società italiana per la produzione di calce e cementi di Segni", acquistata nel 1972 da Italcementi, che avviò subito un piano di progressivo ammodernamento e potenziamento dell'impianto. Importanti interventi sono stati realizzati anche negli anni Novanta: la realizzazione di un nuovo capannone insaccamento e spedizione sacchi con due pallettizzatori per rendere più efficiente la consegna dei prodotti alla clientela, la sostituzione con filtri a maniche degli elettrofiltri cotti e dei filtri dei raffreddi forni per contenere le emissioni e la costruzione di un nuovo silo di cemento da 10.000 tonnellate.
Nel 1995 la cementeria ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9002. A partire dagli anni 2000, altri rilevanti interventi di ammodernamento hanno riguardato il sito produttivo, tra cui: l'ammodernamento dei filtri e dei forni, l'installazione di un impianto per la riduzione degli ossidi di azoto alle emissioni dei forni, l'installazione del Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni delle linee di cottura. Nel 2005 l’impianto ha ottenuto la certificazione ambientale ISO 14001 e nel 2010 l’Autorizzazione Integrata Ambientale riesaminata nel corso del 2017.
Oggi la cementeria di Colleferro rappresenta uno dei cardini prodottivi dell’Italia centrale nel dispositivo industriale di Italcementi.
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