È stata una sorpresa inaspettata e sgradita, quella trovata sotto l'albero dalle associazioni animaliste e dagli amanti della Natura che, con qualche giorno di anticipo, rispetto alle festività natalizie ormai alle porte, loro malgrado, si sono trovati a scartare.
In quattro e quattr'otto, infatti, la Conferenza Stato Regioni, si riunisce mercoledì 6 dicembre e, tra le voci all'ordine del giorno, quella del voto relativo al Piano lupi. Piano che, se approvato, porterebbe alle uccisioni legali dell'ultimo grande predatore che ancora sopravvive nel nostro Paese.
Inutile ricordare quanto i lupi siano necessari alla Natura. Inutile, poi, rammentare che stiamo parlando del predatore naturale dei tanto vituperati cinghiali. Inutile, infine, sottolineare certe campagne di disinformazione e allarmismo fuori luogo che, negli ultimi tempi, stanno ridisegnando un animale timido e schivo, come fosse una specie di mostro assetato di sangue.
LAV, Lipu, PAE e altre Ong che si occupano di salvaguardia ambientale e animale, nonostante il minimo preavviso, sono scese sul "piede di guerra". Una guerra fatta sui social e con le armi della comunicazione. Proteste silenziose e attenzione massima, seguiranno la giornata di domani che partirà dalle 14,30 in via della Stamperia a Roma. Appartenenti alla Lav, Lipu, Pae e sigle come quella degli Irriducibili per la liberazione Animale, saranno presenti sotto la sede istituzionale designata. La LAV, intanto, si è rivolta al Ministro Galletti. Lo esorta a lasciare in pace i lupi con l'hashtag #CACCIAUNNO e per bocca del suo presidente, Gianluca Felicetti, auspica "investimenti sulla prevenzione degli attacchi a greggi e bestiame con l'ausilio di cani da guardania, recinzioni e quanto possa scongiurare le doppiette. Approvare Il Piano, poi, significherebbe cedere al ricatto di chi ha già ucciso e impiccato dei lupi. Chi vorrebbe che questi delitti diventino legali". Il Piano lupi è previsto al punto 10 dell'ordine del giorno di un incontro che, in teoria, non dovrebbe rappresentare sorprese ulteriori. La maggioranza delle Regioni, infatti, anche a seguito delle manifestazioni e proteste della gente comune, si erano già proclamate contro gli abbattimenti, da mesi. È anche vero, però, che la campagna elettorale già in atto, potrebbe significare qualche cambio di opinione. Così, anche stavolta, i lupi dovranno aspettare da che parte tira il vento. A nulla varrà, almeno in questo caso, il finissimo olfatto che li contraddistingue. Inconsapevoli, attenderanno un destino che qualcun altro, avrà deciso per loro.
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