Il Ministro per i beni e le attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha presentato il Piano Nazionale Borghi, un progetto destinato ai piccoli comuni italiani all’interno della programmazione del PNRR. Sul tema, è intervenuta la coordinatrice della Consulta dei Piccoli Comuni di Anci Lazio, Lubiana Restaini, che attraverso un comunicato ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.
“Si tratta di un miliardo tondo di euro da impiegare per i nostri borghi e paesi, su due linee d’intervento. La prima prevede 420 milioni a 21 borghi ciascuno dei quali sarà individuato dalla Regione di appartenenza; la seconda 580 milioni da mettere a bando per 229 borghi cui toccheranno circa 2,5 milioni Già dalla prima conferenza stampa di presentazione del piano, tenuta alcuni mesi fa dal ministro Dario Franceschini, da più parti, Anci compresa, erano venute delle critiche”.
“A differenza di altri Piani New Generation UE, come quelli di Francia e Spagna, che hanno stanziato in modo verticale risorse per i Comuni di aree interne, montane e rurali, il nostro piano, in modo orizzontale, coglie nelle varie strategie quelle peculiarità. Manca quindi una visione organica di tutti gli aspetti che stanno spopolando le aree interne e montane”.
“Specifico invece è questo intervento del Ministero della Cultura, che però è debole almeno su due aspetti.
Il primo, che riguarda i 21 borghi che avranno interventi sino a 20 milioni da presentare entro il 15 marzo da parte delle Regioni e che si concluderanno nel 2026, se tutto andrà bene porteranno all’eccellenza in ogni regione una sola realtà. Una sorta di cattedrale nel deserto destinata ad un richiamo turistico esclusivo e di massa, che non cambierà di molto la situazione esistente, fatta di marginalità, spopolamento, carenza di servizi primari.
Il secondo tocca la modalità stessa d’intervento per i 580 milioni di euro che sono affidati alla lotteria dei bandi.
Avremmo preferito che queste risorse fossero state utilizzate dal Ministero a completamento del primo intervento, agendo su altri borghi e paesi in raccordo a quelli prescelti dalle Regioni e finalizzati ad una rigenerazione comprensoriale che puntasse innanzitutto a creare lavoro e condizioni di lavoro da remoto, da trarre dalle potenzialità storico artistiche, artigianali ed enogastronomiche di un’area già caratterizzata, in modo da sostenere un’economia permanente e radicata”.
“Non sappiamo se su queste criticità ci sarà tempo e modo di intervenire per cambiare rotta, perché esaurite le risorse del Piano torneremo alla marginalità e all’abbandono. La Consulta Piccoli Comuni di Anci Lazio farà quel sarà possibile sin da subito”.
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