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Piero Marrazzo, un uomo oltre lo scandalo: il coraggio di raccontarsi sabato 29 marzo a Valmontone

di Lina Gelsi
Il libro di Piero Marrazzo, "Storie senza eroi", è un viaggio nelle ombre di una vicenda dolorosa, ma anche un percorso di riconciliazione con sé stesso e con le proprie radici
Piero Marrazzo
Piero Marrazzo

Il libro di Piero Marrazzo, Storie senza eroi, non è solo un’autobiografia né tantomeno un racconto per giustificarsi. È una profonda esplorazione umana e personale, un viaggio nelle ombre di una vicenda dolorosa e pubblica, ma anche un percorso di rinascita, di riflessione e di riconciliazione con sé stesso e con le proprie radici. Il volume, edito da Marsilio, è frutto di un lavoro collettivo e intimo, scritto insieme alle sue tre figlie, Giulia, Diletta e Chiara, che accompagnano il padre nel racconto con parole piene di amore e di dure verità. Un’opera che si apre alla fragilità umana, al dolore della condanna mediatica e alla voglia di rialzarsi.

L’incidente che ha cambiato tutto: il caso Marrazzo

Il 3 luglio 2009 segna l’inizio di una caduta vertiginosa. Piero Marrazzo, allora presidente della Regione Lazio, arriva in via Gradoli a Roma con l’auto della Regione e accompagnato dalla scorta. Entra nell’appartamento della prostituta transessuale Natalie e si spoglia. A interrompere il momento sono quattro carabinieri in borghese che fanno irruzione, lo accusano di far uso di cocaina e girano un video a scopo di estorsione senza che lui se ne accorga.

Marrazzo sceglie il silenzio: non denuncia, non si confida con moglie e figlie, non cerca avvocati. La sua speranza è che il clamore si dissolva nel nulla. Ma a fine ottobre lo scandalo esplode fragorosamente. Marrazzo, prossimo alla ricandidatura, è costretto alle dimissioni. La sua figura pubblica si sgretola, e la famiglia viene trascinata nel gorgo mediatico, vittima di scherno e di umiliazioni feroci. Le sue figlie vengono bersagliate da battute crudeli e da insulti di una violenza inaudita, che le segneranno a lungo.

La condanna senza processo

Nonostante l’assenza di reati e la conferma della sua innocenza da parte della Suprema Corte di Cassazione nel 2010, il peso della colpa resta incancellabile agli occhi dell’opinione pubblica. Marrazzo non viene indagato, ma la sua immagine è irrimediabilmente compromessa. Si ritira per un mese in un convento benedettino a Montecassino, cercando conforto e riflessione, consapevole di aver indebolito le istituzioni e ferito la sua famiglia.

La macchina mediatica è implacabile, ma la condanna più pesante arriva dalla società stessa, che giudica non solo l’uomo politico, ma anche il padre e il marito. Marrazzo riflette su come l’omofobia abbia giocato un ruolo significativo nella vicenda, sostenendo che se avesse frequentato una prostituta donna, l’impatto sarebbe stato decisamente meno devastante.

Un viaggio negli Stati Uniti alla ricerca delle radici

Dopo il dolore e la vergogna, Marrazzo sente il bisogno di riscoprire se stesso. Parte per gli Stati Uniti alla ricerca delle sue radici, esplorando la storia familiare legata alla figura di sua madre Gina, emigrata da piccola a Ellis Island, e di suo padre Giuseppe, detto Joe, giornalista d’inchiesta noto per il suo coraggio e la sua integrità. Durante questo viaggio emergono verità nascoste e segreti rimasti sepolti per decenni.

Una delle scoperte più sconvolgenti riguarda il fratello Riccardo, figlio di un uomo mai conosciuto, che aveva sposato in prime nozze sua madre e la cui identità era stata cancellata dalla memoria familiare per via dell’orientamento sessuale. Marrazzo si interroga sui silenzi e sulle bugie che hanno caratterizzato la sua famiglia, riflettendo sul dolore di un figlio a cui è stato negato il diritto di essere tale.

L’amore delle figlie e la forza di rinascere

Le figlie di Marrazzo, Giulia, Diletta e Chiara, non fanno sconti al padre nelle pagine del libro. Le loro parole sono piene di dolore e di verità crude: raccontano il senso di abbandono, la vergogna e la rabbia per la violenza subita dagli insulti e dalle umiliazioni. Ma al tempo stesso emerge una forza di perdono e amore che risolleva Marrazzo dal baratro. Giulia scrive: “Abbiamo protetto senza essere tutelate”, mentre Diletta confessa: “Avrei voluto che quel giorno ti fermassi di più e mi spiegassi cosa stava accadendo”. Chiara, la più giovane, rivela come si sentisse in colpa, nonostante fosse solo una bambina.

La libertà e la giustizia umana: riflessioni profonde

Il libro non cerca riabilitazioni politiche né rivendicazioni personali. Marrazzo analizza il rapporto tra pubblico e privato, tra verità e ipocrisia, tra errore e condanna morale. Confessa di avere una vocazione libertaria e di non accettare che la politica si insinui nella vita privata delle persone, e sottolinea come la sua vicenda sia stata interpretata anche attraverso il filtro dell’omofobia latente.

“Storia senza eroi” a Valmontone

Piero Marrazzo presenterà il suo libro a Valmontone (Roma), sabato 29 marzo alle 18, presso Palazzo Doria Pamphilj. Sarà un momento di riflessione collettiva, un invito a confrontarsi con la complessità della vita umana, senza giudizi affrettati né condanne sommarie. Storie senza eroi è una testimonianza sincera, un percorso umano che non chiede assoluzioni ma pone domande profonde sull’umanità, l’errore e la speranza di ricominciare.

 

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