Ai microfoni del programma di Francesco Vergovich, ''Un Giorno Speciale'', in onda su Radio Radio, il sindaco di Amatrice ha rilasciato l'intervista che segue.
Dei 34 milioni raccolti con gli sms solo una minima parte è stata impiegata e dei 17 progetti solo uno realizzato. Come mai?
È una storia che denunciai un anno fa, con questa vicenda si è persa la fiducia nelle raccolte di fondi.
Sarebbe molto semplice, quelli sono soldi della solidarietà e basterebbe che li togliessero alle Regioni, li distribuissero a tutti i comuni che hanno subito la distruzione e che sono ben 48.
Si dovrebbero dare i soldi ai sindaci e questi potrebbero fare delle misure di sostegno sia al mondo economico che al mondo del sociale. È il principio che è sbagliato e oggi ritorniamo a parlare di questo.
Gli interventi pubblici si fanno con i soldi dello Stato, perché i cittadini pagano le tasse e i soldi della solidarietà andrebbero dati ai comuni, così si possono fare delle misure economiche che i sindaci conoscono .
Non ci possiamo permettere di dissipare il grande cuore che hanno gli italiani.
Perché non si è riusciti a farlo?
È stata una scelta delle Regioni che hanno diviso la torta e hanno finanziato delle opere pubbliche. Le opere pubbliche sono funzionali, ma rimane la gente da aiutare.
Quali sono le urgenze, quali le priorità?
Quando i cittadini hanno versato quei due euro, la loro volontà , che non si deve tradire mai, era quella di dare un sostegno alle popolazioni che hanno subito la distruzione.
Queste cose si ripercuotono sulla credibilità e non ce lo possiamo permettere. Ripeto: le opere pubbliche vanno realizzate con i soldi dello Stato, come è giusto che sia; invece, i Comuni devono prendere i soldi della solidarietà per gestirli con provvedimenti tesi a mantenere l’equilibrio sociale ed economico delle proprie comunità. Sarebbe questo un segnale giusto.
Qual è lo stato odierno di Amatrice e degli altri comuni distrutti dal sisma del 2016?
Ad Amatrice e ad Accumuli c’è ancora il 50% delle macerie, al di là degli annunci e della propaganda in stile Istituto Luce delle istituzioni politiche, ad Arquata del Tronto arriva al 60% nelle strade. Qualcuno dovrebbe chiedere scusa, altrimenti è uno schiaffo all’intelligenza di chi vive in questo territorio. Io sono testimone che la ricostruzione non c’è stata, che nei 13 Comuni del Lazio soltanto 72 pratiche sono state evase durante questi due anni.
*Foto dal profilo Fb di Sergio Pirozzi
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