Salute e Benessere

Pizza, per l’Unesco è Patrimonio Immateriale dell’Umanità

Un giorno nel mio studio, il paziente mi chiede:

Dottore, ma …nella sua dieta è prevista la pizza? Giusto una tantum, così per premio?

Guardi, la pizza in effetti è una preparazione particolare ma, in molti casi, si può inserire in dieta dimagrante.

Ah…e nel mio caso…?

Pizza patrimonio Unesco e anche pietanza per una dieta

Domanda legittima.

Nel suo caso va bene, non ci sono controindicazioni. Il consiglio che le do è di prenderla al massimo una volta a settimana…

Il paziente mi guarda fisso, sorpreso, perché si aspettava un no o al massimo una volta ogni tanto ma certo non una volta a settimana. E chiede:

E se prendo la pizza a che devo rinunciare?” …

Vaga aria di sospetto, tipo, dov’è la fregatura?

Deve rinunciare a niente nel resto della giornata. E’ importante però che dopo la pizza lei prenda un contorno crudo come un finocchio o un’insalata verde oppure un pinzimonio di verdure. Sa quelle verdurine tipo carota, sedano e finocchio da intingere in una coppetta con olio sale e un pizzico di pepe.

CI pensa un attimo e dice:

Perché così sgrassa!

Con l’aria convinta di chi sa il fatto suo.

No, perché così aiuta la diuresi.

E qui lo sguardo si fa chiaramente perplesso. Al che proseguo:

Pizza, tradizione popolare

Vede, la pizza è un piatto popolare nato con lo scopo di dare energia a basso costo. In pratica è un bel tesoretto di carboidrati, o zuccheri se preferisce, che stanno nell’impasto, con l’aggiunta di una bella dose di sali minerali che stanno nella salsa di pomodoro. Il tutto arricchito da un po’ di olio extravergine d’oliva. In sintesi si tratta di una piccola bomba energetica, anche abbastanza completa, devo dire.

Quindi – continuo – per eliminare meglio questo eccesso, chiamiamolo così, di sali minerali è meglio abbinare dei contorni con proprietà diuretiche e ricchi di acqua di vegetazione. In modo che i reni possano lavorare più agevolmente. Spesso succede che le persone che si pesano la mattina successiva a una serata in pizzeria, si trovano con 500-700 grammi di più. Ma quell’aumento di peso non è grasso, è solo ritenzione idrica.

Aspetti un attimo, dottore, ma la mozzarella non la conta?

Ha ragione il pazienta e merita una precisazione.

La mozzarella si racconta che sia stata aggiunta più tardi; comunque va bene anche con la mozzarella. Solo che è chiaro che per via del lattosio, un altro zucchero, e di un po’ di grassi, la mozzarella aumenta la carica energetica. In più, anche se non ci sono intolleranze, può dare un po’ di gonfiore di pancia ma, tolto questo, non è un grosso problema mentre si dimagrisce.

Al che lui:

E se invece di prendere l’insalata metto delle verdure sulla pizza è lo stesso, no?

Anche a costo di sembrare puntiglioso, cosa che non sono, glielo devo spiegare:

In realtà no, perché la cottura, specie in forno a legna, disidrata molto le verdure, riducendo parecchio la loro capacità diuretica e a quel punto l’eccesso di sali minerali non lo smaltiamo più”.

Ovviamente, a questo punto, gli lascio un attimo di tempo per elaborare le informazioni che ha ricevuto. Il risultato di questa veloce riflessione è la seguente domanda:

Quindi lei proibisce le pizze gourmet perché se già con la mozzarella aumentano le calorie…

Non ho niente contro le pizze gourmet. Non è in realtà un problema di calorie, è solo che l’organismo ha bisogno di messaggi il più possibile chiari e semplici, specie quando si deve dimagrire. Perciò più cose aggiungiamo in un pasto e più gli complichiamo il compito. Però una volta ogni tanto perché no, concediamoci pure una pizza particolare ma sapendo che, questa sì, è un’eccezione.

Quindi è meglio mangiare cose tradizionali perché così non si sbaglia mai, dico bene?

Bravo, in generale è un buon approccio. I piatti della tradizione difficilmente sbagliano, perché sono figli dell’esperienza di generazioni e sono stati collaudati nel tempo e, spesso, erano anche il principale strumento di cura di parecchi disturbi.

Certo che, mio caro dottore, lei oggi mi ha smontato alcune convinzioni che per me erano basilari.

Non si preoccupi, ho appena cominciato. Ci vediamo fra tre settimane per il controllo.

Dott. Antonio Sbardella

Dott. Antonio Sbardella

Laureato in Medicina e Chirurgia, si occupa di Nutrizione clinica e Nutrizione sportiva. Nutrizionista della Nazionale Italiana di Taekwondo con cui ha vinto: Oro Olimpico a Tokyo 2020; Oro Mondiale a Manchester 2019; Oro Europeo a Bari 2019 e a Manchester 2022; 2 Bronzi europei. E’ il Nutrizionista Nazionale Italiana Beach Volley femminile. Altri sport di cui si occupa: calcio, nuoto, motorsport, rugby, atletica leggera. Autore di: "La Bioterapia Nutrizionale applicata allo sport – Edizioni Red 2021".

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