Lui è Robin Sloan, nato e cresciuto a Detroit.
Dopo aver studiato Economia presso la Michigan State, è divenuto co-fondatore di una rivista letteraria.
Già autore di ‘Mr. Bookstore, 24 ore di penombra’, ha scritto anche ‘Il segreto della libreria sempre aperta’, uscito nei giorni scorsi in occasione della Festa del Libro, e già bestseller internazionale.
Questo romanzo si presenza come un inno alla libreria che diventa, nelle pagine di Sloan, un luogo di ritrovo insostituibile.
La critica ha già giudicato questo libro come “irresistibile” (Newsweek), come “spiritoso, intelligente” (The Economist). Altri hanno detto che “lascia senza fiato” (Newsday).
Clay Jannon, un web designer di San Francisco, per qualche strana coincidenza atterra sulla soglia di una strana libreria. Qui, viene assunto per il turno di lavoro notturno.
La particolarità di questa libreria è la scarsa affluenza di clienti, sempre gli stessi, che tornano anche più volte al giorno. Nessuno di loro compra dei libri, ma tutti rimangono lì a consultare antichi volumi.
A Clay viene il dubbio che questa libreria sia la copertura per qualche attività misteriosa, e quindi inizia una ricerca insieme ad alcuni amici.
Il resto, lo racconta magistralmente Robin Sloan nelle sue pagine.
L’uscita in Italia di questo romanzo, ha dato il via alla celebrazione della Festa del Libro.
Un libro sui libri, per festeggiare i libri. Un cerchio perfetto.
Perché anche se la tecnologia avanza, certe ‘antichità’ restano un privilegio.
Come l’abitudine di sfogliare le pagine trattenute a stento dalla copertina, perché la voglia di rompere gli scaffali e raccontare la propria storia è troppo forte.
Oppure, annusare l’odore delle pagine, aggirarsi tra gli scaffali delle librerie, rimanere lì per immergersi nei mondi che quelle pagine vogliono raccontarci.
E noi italiani, che della cultura siamo in un certo senso i padri, queste abitudini le conosciamo bene.
Abitudini che a volte sembrano vezzi.
E così, leggo su Vanity Fair online, che sono 10 in Italia le librerie più esclusive.
La più antica, la Libreria Bozzi, si trova a Genova.
Pinerolo, con la Libreria Volare, è la patria della libreria più chic.
La Libreria all’Arco di Reggio Emilia è la più decorata.
Poi c’è la più piccina (Bottega del Libro, a Cittadella); la più lunga (Il Banco di Bellentani, a Torino); la più sognante (Libreria Piccolo Principe, a Morbegno); la più nobile (Libreria Palazzo Roberti, a Bassano del Grappa).
Ma è Roma a detenere il record dei record.
Nella Città Eterna c’è la libreria più grande, la Libreria Arion Esposizioni Bookabar, in via Milano.
La libreria della stazione Termini assomiglia vagamente a quella delle pagine di Sloan, perché è la “quasi sempre aperta”, come si legge nella didascalia della rivista.
E poi c’è Libreria I Granai, la più gremita. Un titolo meritatissimo.
Consentitemi la digressione, ma la Libreria Nuova Europa – I Granai, è anche la mia libreria di riferimento. È la mia libreria di fiducia, l’unica dove acquisto libri, e l’unica che sa accogliermi ogni volta che ho bisogno di rifugiarmi in qualche nuovo romanzo.
E, al contrario della libreria descritta da Sloan, la Libreria Nuova Europa conosce non solo clienti abituali e affezionati, ma anche clienti sempre nuovi.
Perché non offre solo un’ampia scelta di libri, ma offre anche cortesia e accoglienza, offre gentilezza di chi lavora.
Offre tutto quello che una libreria deve offrire.
Anche oggi, nell’era digitale e degli e-book, la Libreria Nuova Europa sa interpretare le esigenze dei lettori di tutte le età, e così riesce a coinvolgere tutti gli amanti e gli appassionati dei libri.
Pochi e semplici ingredienti per una ricetta perfetta.
A volte basta poco. Bastano le cose più semplici.
A volte basta un libro, e il sorriso di chi lo vende.
Per questo la Libreria Nuova Europa è la più gremita.
E lo sarà, fino a quando avremo una Festa del Libro da celebrare.
Fin quando, cioè, ci sarà qualcuno che avrà voglia di dare vita alle storie che i libri raccontano, immergendosi nella lettura.
Fin quando, anche, ci sarà qualcuno che non si stancherà mai di raccontarci qualcosa.
E fin quando ci sarà qualcuno, come Barbara e Francesca Pieralice, che vorrà regalarci la possibilità di entrare in una libreria. Che, più che una libreria, è un po’ come casa nostra.
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