Poggio Mirteto si trova su un ‘poggio’ in Sabina da cui domina il territorio circostante con una campagna ricca di un sempreverde dai fiori bianchi: il ‘mirto’. La sua storia affonda nel periodo sabino e romano sottolineato dalla leggenda de “Il Ratto delle Sabine” che dimostra la stretta connessione fra i due popoli. Durante il periodo romano questa area era ricca di ville come quella di “Bagni di Lucilla”, che ha una articolata infrastruttura idraulica alimentata dalle acque di sorgenti del monte San Cosimo, a circa un 1 km di distanza.
Dopo la caduta dell’impero romano, le persone si rifugiano in fortezze su alture e venne fondata la attuale Poggio Mirteto che da subito entrò nell’orbita dell’Abbazia di Farfa nel 988.
Nel XV secolo resistette con successo alle truppe napoletane guidate dal duca Alfonso di Calabria. Fra i suoi feudatari le famiglie Farnese, Orsini, Mattei e Bonaccorsi.
La Cattedrale di Santa Maria Assunta è stata ristrutturata nel Seicento e al suo interno ha una croce processionale del ‘500, un capolavoro di oreficeria. Si racconta che appartenesse alla Basilica di San Giovanni in Laterano e che sia stata trafugata durante il Sacco di Roma insieme ad altre opere d’arte.
Venne ritrovata a Poggio Mirteto e restituita alla Basilica di Roma, ma i preti di Poggio Mirteto la ricevettero in dono come ricompensa.
La chiesa di San Paolo è una delle più antiche ed è circondata da una particolare leggenda che riguarda una invasione di cavallette durante il 1654. Si racconta che l’invasione terminò quando vennero riprese le tradizionali messe del venerdì a suffragio delle anime morte celebrate dai Padri Missionari.
Nel 1816, Poggio Mirteto diventò capoluogo distretto dello Stato Pontificio. Nel 1837 ebbe il titolo di città da Papa Gregorio XVI e nel 1841 diventò sede vescovile. Il Palazzo del Vescovo è stato costruito sulla antica rocca in posizione dominante.
A Poggio Mirteto si trova il museo delle Bande Musicali ed è molto attiva la Banda Garibaldina che prende il suo nome dal passaggio di Giuseppe Garibaldi per il paese nel 1849.
Da non perdere il Carnevalone Poggiano, un trasgressivo e irriverente carnevale che risale almeno al 1579 e che prevede carri allegorici, sfilate mascherate, danze e un finale con un falò di un fantoccio di cartapesta che fa un testamento simbolico prima di essere bruciato.
Claudia Bettiol
Il minestrone è l'alimento più salutare di tutti ma può anche diventare dannoso se commetti…
Sono in corso le indagini dei Carabinieri per dare un nome ai due fuggitivi
Con questo trucco facile ed economico puoi dire addio definitivamente ai cattivi odori. La tua…
Se ami l'aria pulita, la buona tavola, e le passeggiate in mezzo alla natura non…
Guai in vista per Alfonso Signorini, dopo l'eliminazione della concorrente Helena, ora rischia davvero grosso. …
Fermare il 19 vuol dire semplicemente ridurre i km di ferro per il TPL nella…