Cronaca

Poli, come rinascono i piccoli borghi: tradizioni e turismo esperienziale la chiave per il futuro

In Italia, il 72% degli oltre 8.000 borghi conta meno di 5.000 abitanti, e ben 5.627 di questi paesi rischiano lo spopolamento a causa della cosiddetta deurbanizzazione. Questi piccoli centri, ricchi di patrimonio storico, culturale e ambientale, si trovano di fronte alla sfida di sopravvivere in un contesto economico e demografico che li sta lentamente svuotando. Poli (Roma), borgo medievale sui Monti Prenestini, ha dimostrato come la valorizzazione delle proprie tradizioni possa invertire questa tendenza. La recente Festa di Sant’Eustachio, che ha attirato oltre 4.000 visitatori, rappresenta un esempio di eventi locali che possono trasformarsi in potenti leve di sviluppo territoriale.

In parallelo, l’esperienza del piccolo centro di Dasà (Vibo Valentia), in Calabria, dimostra che il turismo esperienziale possa diventare un modello di successo. Con il supporto dell’associazione “Dasos Eliès” (luogo boscoso) e di una rete di volontari e cittadini, i turisti partecipano attivamente alla vita locale: impastano pane e pizza, preparano dolci tradizionali, producono formaggio e ricotta, e scoprono i sapori della cucina calabrese.

Un metodo innovativo che ha già attirato decine di visitatori provenienti da Stati Uniti, Scozia, Spagna e Australia, che rinunciano a una vacanza “classica” per immergersi completamente nella cultura e nelle tradizioni locali. Tali iniziative stanno contribuendo a una rinascita sociale ed economica del borgo, portando anche all’affitto e alla compravendita di proprietà.

Intervista al sindaco di Poli, Federico Mariani

Con il Sindaco di Poli, Federico Mariani, che a fine ottobre parteciperà a un importante convegno in Calabria con un suo intervento dedicato alle strategie per lo sviluppo dei piccoli borghi, approfondiamo le possibili soluzioni per promuovere uno sviluppo sostenibile e invertire il fenomeno dello spopolamento. L’obiettivo è quello di esplorare come iniziative concrete possano offrire nuove prospettive per il futuro di queste realtà, puntando a una rinascita sociale ed economica.

La recente Festa di Sant’Eustachio ha dimostrato come le tradizioni locali possano diventare un’opportunità di sviluppo per i piccoli borghi. Quali sono stati i punti di forza di questa iniziativa e come essa può contribuire al futuro del borgo?

La Festa di Sant’Eustachio rappresenta non solo un momento di celebrazione religiosa, ma anche una grande opportunità di valorizzazione del nostro territorio. I punti di forza principali sono stati la partecipazione attiva della comunità e la capacità di attrarre un numero significativo di visitatori, oltre 4.000 in un solo pomeriggio. Questo ha permesso di mettere in luce il nostro patrimonio culturale, storico e gastronomico, creando un forte senso di appartenenza e coesione.

Inoltre, eventi come questo contribuiscono a far conoscere il borgo a un pubblico più ampio, generando un impatto economico diretto per le attività locali. La chiave per il futuro è continuare a valorizzare le nostre tradizioni e creare occasioni di coinvolgimento che attirino un turismo sostenibile, capace di portare benefici concreti al territorio, senza stravolgerne l’identità.

Il fenomeno della deurbanizzazione sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molti borghi italiani. Durante il prossimo convegno in Calabria, quali strategie presenterà per affrontare questo problema e favorire la rinascita dei centri storici?

Al convegno in Calabria proporrò una serie di strategie incentrate sulla valorizzazione delle risorse locali e sullo sviluppo di un turismo esperienziale e sostenibile. Tra le soluzioni che intendo presentare c’è il recupero e la riqualificazione dei centri storici. A questo proposito, il Comune di Poli ha recentemente acquistato Palazzo Conti e sta investendo per la sua rigenerazione, con l’obiettivo di metterlo a disposizione sia della cittadinanza sia dei turisti, trasformandolo in un centro di riferimento per eventi culturali e sociali. Inoltre, è fondamentale puntare su una rete di servizi efficienti e sulla digitalizzazione, che permettano ai piccoli borghi di restare connessi e attrattivi, sia per i visitatori sia per i residenti.

Un altro aspetto cruciale riguarda il coinvolgimento diretto delle comunità locali attraverso progetti partecipativi. A ciò si unisce la promozione di iniziative culturali ed eventi che richiamino turisti, mettendo in risalto l’originalità autentica del territorio. Con queste strategie, miriamo a invertire il fenomeno dello spopolamento e a dare nuova vita ai nostri borghi, mantenendo intatta la loro unicità.

Il turismo esperienziale di Dasà, che attira decine di turisti disposti a rinunciare a una vacanza “classica” per immergersi completamente nella cultura e nelle tradizioni di questo piccolo borgo in Calabria, ha già portato risultati concreti e positivi. Come pensa che questo modello possa essere applicato a Poli e nei borghi vicini? Quali benefici potrebbe portare alla comunità locale?

Questo modello di turismo è perfettamente applicabile a Poli e ai borghi circostanti. Puntare su esperienze genuine, come laboratori artigianali, percorsi enogastronomici e la partecipazione diretta alle feste locali, consentirebbe di valorizzare le nostre tradizioni e attrarre un pubblico interessato a vivere esperienze autentiche e immerse nella cultura del territorio. Da un lato, favorisce un afflusso di visitatori che porta risorse economiche dirette, dall’altro promuove il recupero e la valorizzazione della nostra eredità storico-artistica e naturale.

Infine, crea nuove opportunità di lavoro e stimola l’imprenditorialità locale, favorendo l’apertura di strutture ricettive, ristoranti e botteghe artigiane. I benefici per la comunità sarebbero concreti: maggiore afflusso turistico, nuove opportunità di lavoro, riqualificazione del patrimonio culturale e ambientale e un rafforzamento del senso di comunità, con i residenti coinvolti direttamente nel processo di accoglienza e promozione del territorio.

Redazione

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