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Poli, le Giornate della Cultura 2024 tra arte, identità e potere nel cuore della provincia romana

Nel cuore della provincia romana, la piccola e storica cittadina di Poli si prepara ad accogliere la nuova edizione delle “Giornate della Cultura”. Questo evento annuale, che, iniziato il 15 Ottobre, andrà avanti fino al 20 ottobre, rappresenta un’occasione preziosa per riscoprire le radici culturali del territorio e riflettere sul rapporto intrinseco tra arte, identità e potere, temi centrali per la storia e la vita della comunità locale.

Poli, arroccata sui monti Prenestini, conserva un’identità profondamente legata alla sua tradizione storica e artistica. Il borgo, con il suo fascino medievale e rinascimentale, diventa per sei giorni la cornice ideale di un programma ricco di eventi che spaziano dalla pittura alla poesia, dal teatro alle attività per bambini. Ogni iniziativa si pone l’obiettivo di mettere in luce il legame tra espressione artistica e identità territoriale, riaffermando Poli come un luogo di cultura viva e partecipata.

Un evento di unione e crescita per la comunità di Poli

Il sindaco di Poli, Federico Mariani, ha voluto sottolineare il valore inclusivo dell’iniziativa, dichiarando: “Le Giornate della Cultura non sono solo un’opportunità per valorizzare il nostro patrimonio artistico, ma anche un momento di unione e crescita per tutti noi. Vogliamo coinvolgere le diverse realtà del nostro territorio, affinché ogni cittadino si senta parte attiva di questo processo culturale”. Le parole di Mariani riflettono un’intenzione chiara: fare della cultura uno strumento di coesione sociale e riscoperta identitaria, capace di rinnovare i legami che uniscono la comunità.

Poli, con il suo passato nobiliare e il patrimonio storico che affonda le radici nell’epoca romana e medievale, è un simbolo della resilienza delle piccole realtà del Lazio, dove la storia si intreccia continuamente con la vita quotidiana dei suoi abitanti. Le Giornate della Cultura si inseriscono in questo contesto, offrendo un’occasione per riflettere su come l’arte possa essere un mezzo per esprimere il potere e l’identità di un popolo, ma anche per ridefinire tali concetti alla luce delle sfide contemporanee.

Arte e sogno: la mostra di Tanino G. Infantino

Tra i momenti più attesi di questa edizione, spicca la mostra di pittura di Tanino G. Infantino, intitolata “L’archetipo dell’immagine nel sogno”, ospitata presso il Museo Civico del Territorio. Infantino, artista noto per la sua capacità di esplorare l’inconscio collettivo attraverso simboli e figure archetipiche, porta a Poli una riflessione sulle immagini oniriche, capaci di trascendere i confini culturali e temporali. Accompagnata dalla presentazione del libro “Il sogno svelato”, la mostra invita il pubblico a un viaggio nell’immaginario umano, dove elementi come l’acqua, il labirinto o la figura materna si ripresentano come simboli universali.

Il sogno, con la sua carica simbolica e universale, diventa così un ponte tra passato e presente, tra arte e identità. La mostra di Infantino diventa non solo un’occasione per ammirare opere d’arte, ma anche per riflettere sulla potenza delle immagini nella costruzione dell’identità culturale del territorio.

Fantastorie Polesi: un laboratorio per i più giovani

Particolare attenzione è stata riservata ai più piccoli, con il laboratorio “Fantastorie Polesi”. Ispirato ai miti e alle storie locali, il progetto coinvolge i bambini nella creazione di racconti che saranno poi raccolti in un libro. Attraverso il gioco e la narrazione, i partecipanti potranno esplorare il patrimonio leggendario di Poli e contribuire a mantenerlo vivo. Il laboratorio, realizzato con il contributo del Sistema Bibliotecario Prenestino, è un esempio perfetto di come la cultura possa diventare strumento educativo, aiutando le nuove generazioni a riscoprire le proprie radici.

Teatro e poesia: il potere delle parole

Il programma teatrale delle Giornate della Cultura offre una riflessione intensa sulle passioni umane e sui miti classici, grazie all’opera “Pathos” di Angela Ricci. Sul palco prenderanno vita tre grandi figure mitologiche femminili: Elena di Sparta, Pentesilea e Arianna. Questi personaggi, che attraversano amore, tradimento e ricerca di libertà, rappresentano la continua lotta dell’animo umano tra emozioni contrastanti. Poli diventa, attraverso questa rappresentazione, il palcoscenico di riflessioni profonde sui conflitti interiori che definiscono la nostra identità.

Anche la commedia “La settima partita” di Stefano De Stefani porta con sé un messaggio di introspezione e analisi della condizione umana. La tensione del gioco degli scacchi tra un insegnante in pensione e una misteriosa avversaria si mescola con le preoccupazioni familiari, creando una trama in cui la leggerezza e il dramma si fondono.

Infine, la poesia trova il suo spazio con due appuntamenti significativi: “Il pensiero della chiocciola” di Carla Di Donato e “Attraverso i miei occhi” di Alessandro Angelelli, opere che interrogano l’essenza dell’esistenza umana e le sue sfide. Angelelli, che è stato candidato al prestigioso Premio Strega Poesia 2024, porta a Poli una riflessione profonda sulla condizione umana, con una sensibilità capace di parlare al cuore di ogni ascoltatore.

La scoperta degli affreschi di Palazzo Conti di Poli

Le Giornate della Cultura si chiudono con un evento di grande rilevanza per la storia locale: la conferenza “Pittura di Storia a Palazzo Conti”. In questo contesto, i professori Mario Moretti e Giorgia Stefanutti dell’Università La Sapienza di Roma presenteranno nuove attribuzioni relative a degli affreschi finora sconosciuti, situati nel piano nobile del palazzo. Questa scoperta arricchisce ulteriormente il patrimonio storico-artistico di Poli, svelando nuovi dettagli su un passato che continua a rivelarsi grazie alla ricerca e alla dedizione di studiosi e appassionati.

La cultura come identità viva

Le “Giornate della Cultura 2024” a Poli si configurano come un momento di riflessione e celebrazione delle ricchezze artistiche e culturali della provincia romana. Attraverso la pittura, il teatro, la poesia e la storia, il territorio si racconta e si rinnova, costruendo un dialogo tra passato e presente, tra identità e potere. Poli diventa così non solo uno scenario di eventi, ma un protagonista attivo della riscoperta delle proprie radici, in un percorso che coinvolge tutta la comunità. Un esempio concreto di come la cultura possa essere un motore di crescita, coesione e scoperta per le piccole realtà del Lazio.

Redazione

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