La recrudescenza dei fenomeni criminosi di natura predatoria, essenzialmente rivolti ai danni delle fasce deboli della cittadinanza, hanno recentemente consentito di rilevare inquietanti dinamiche delittuose localmente censite nell’area di Pontecorvo. L’attenzione dei militari della locale Stazione Carabinieri veniva catalizzata da una 53enne del luogo, notoriamente gravata da particolari patologie psichiche clinicamente riscontrate, la quale, nonostante beneficiasse di un’adeguata pensione sociale, da qualche mese era ridotta ad elemosinare anche i minimi mezzi di sussistenza, richiedendo anche aiuti alla locale amministrazione comunale. Considerando il particolare quadro situazionale, nel mese di novembre 2016 la sorella della donna, confermando l’eccessiva ed improvvisa prodigalità della congiunta, denunciava che ignoti malviventi, abusando dello stato di infermità della vittima, dal mese di maggio 2016 l’avevano circuita facendosi sistematicamente consegnare gli importi della pensione sociale spettantele, arrecandole un danno per circa 11.000 euro, costringendola anche a mendicare i mezzi di sussistenza minimali.
Nel contesto delle attività investigative, delineato lo squallido quadro contestuale, nella mattinata odierna i militari operanti, nell’ambito di un mirato dispositivo di controllo e osservazione attivato nei confronti della vittima, riuscivano a censire la consegna della somma di 970 euro in contanti, corrispondente all’intero importo della pensione poco prima dalla stessa riscossa all’ufficio postale di Pontecorvo, in favore dei prevenuti identificati in un uomo, S.F. 50enne di Pontecorvo e due donne, rispettivamente V.L., 55enne di Roccasecca e Z.M., 45enne di Castrocielo, tutti titolari di precedenti di polizia per reati di varia natura. Contestualmente all’illecita dazione i militari operanti intervenivano bloccando i tre malfattori, arrestandoli in flagranza di reato “per concorso finalizzato alla circonvenzione di incapace”. A seguito della conseguente perquisizione personale e veicolare operata nei confronti degli arrestati, veniva rinvenuta la somma contante di euro 970,00 successivamente restituita all’avente diritto, assistita dai propri familiari e da personale dei servizi sociali. I tre indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni di residenza.
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