Oltre un’ora sull’acceleratore senza segnare, un gol beffardo che sembrava compromettere tutto, i 5 minuti di recupero che ribaltano la situazione. La Roma batte 2-1 il Lecce al termine di una partita dal doppio ribaltone, per una vittoria arrivata in extremis ma meritata per quello che si è visto nell’arco dei 95 minuti e passa di partita. Sconfitto un Lecce che dopo un grande avvio di campionato non vince dal 22 settembre (1-0 col Genoa) ed era reduce dalla bruciante eliminazione in Coppa Italia per mano del Parma capolista in Serie B.
Dopo un minuto scarso il tiro deviato con la mano da Baschirotto in area, il calcio di rigore decretato al Var e poi un continuo avere l’iniziativa per un possesso palla che nella prima mezz’ora è andato oltre il 60%. Dopo l’ottimo avvio con lo Slavia Praga che ha deciso la partita, i giallorossi hanno dimenticato la fase iniziale la (non) prestazione contro l’Inter e all’uscita dai blocchi era con l’acceleratore premuto al massimo. Un approccio convinto, continuato anche dopo il rigore sbagliato da Lukaku.
La Roma ha tenuto con la testa sott’acqua la squadra salentina fino alla mezz’ora con i tentativi in sequenza di El Shaarawy, Dybala e Aouar, tutti deviati, ribattuti o parati. Merito anche di Falcone, ma un ottimo primo tempo per intensità e occasioni create ha prodotto a referto 0 gol.
Era uscito l’8 ottobre quasi in lacrime a Cagliari, con la paura di dover star fermo molto tempo. Paulo Dybala era l’uomo più atteso della serata: rientrato dopo poco meno di un mese in cui ha saltato tre partite (con l’assenza particolarmente lampante nella Roma di San Siro innocua offensivamente) ha subito propiziato con un tiro da fuori area il calcio di rigore. Al netto di questa iniziativa e di molti palloni toccati nel primo tempo, la prestazione dell’argentino è andata leggermente in calando nonostante gli spazi che nella ripresa si sono creati. Un fisiologico calo fisico che ha influito anche sulle imprecisioni tecniche acuito dall’esigenza di tenerlo in campo fino alla fine per recuperare lo svantaggio. Alla fine il filtrante al centro per Lukaku al minuto 93: l’idea del campione anche quando stanchissimo e un discreto rodaggio per poter tornare al 100%.
Primo errore dal dischetto da quando è in Italia e un’intesa con Dybala a intermittenza. Il tocco sottomisura di inizio ripresa è un grande intervento di Falcone ma il rigore calciato al quinto minuto è stato pessimo. Nonostante questo Romelu Lukaku ha continuato per tutti i 100 minuti di partita a lavorare per la squadra, spalle alla porta e anche in pressione in attesa del riscatto. Che è arrivato negli ultimi minuti di recupero con un gol che è il marchio di fabbrica dell’attaccante belga: pallone verso il centro dell’area che gravita attorno al corpo, lascia scorrere il suggerimento di Dybala, protezione del pallone e porta spaccata in caduta libera. Una reazione da centravanti vero.
Vicinissima alla sconfitta, nonostante la buona prestazione, stavano per essere determinanti sia l’errore di Lukaku che quello di Mancini. Il difensore azzurro ha atteso troppo e Banda sia nel possibile anticipo sia quando ha accelerato, propiziando così il vantaggio salentino. La Roma ha vinto meritatamente, grazie anche all’ingresso ottimo di Azmoun (primo gol in giallorosso), ma ha rischiato di perdere per due dettagli, due gravi errori individuali.
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