Il 3-1 di Roma-Udinese ha un valore importante per i giallorossi: complici gli scontri diretti altrui, Mourinho si porta al quinto posto in solitaria e può cominciare il tour de force fino a Natale con diverse indicazioni (non tutte) positive, sia di squadra che nei singoli.
Dopo un freddo primo quarto d’ora, per ambiente e occasioni, la Roma si accende dopo il quarto d’ora. Con il possesso palla che a fine primo tempo segnava 70%, ha provando ad accelerare e avanzare la propria manovra ottenendo dei risultati tangibili. Le giocate nello stretto in mezzo al campo di Dybala e Pellegrini hanno provocato tre ammonizioni in successione tra i friulani e soprattutto il calcio di punizione sulla trequarti da dove è arrivato il vantaggio di testa di Mancini. Anche quella della palla inattiva è una parziale buona notizia: il timbro del difensore azzurro mancava da oltre da due mesi e va detto come il gol da questa situazione è meno frequente rispetto all’anno scorso. Tuttavia nel corso della partita sono arrivate tante altre occasioni in cui un giocatore giallorosso ha potuto colpire da corner. Tra Lukaku, Mancini e Cristante a fine partita un gol è quasi un bottino scarso.
Anche sul finale la Roma si è riaccesa, complice l’atteggiamento dell’Udinese che non si è coperto ermeticamente, lasciando spazi che alla lunga sono stati sfruttati. Ad entrare in campo soprattutto la qualità dei singoli e una rapida circolazione di palla sui 30 metri. Pregevole il doppio tocco di prima Azmoun-tacco di Lukaku a liberare centralmente Dybala per il nuovo vantaggio, ma anche la circolazione al limite con Bove che serve a El Shaarawy la chiusura dei giochi.
Mancava dal 5 ottobre, dalla lesione al flessore della coscia destra. Dopo 52 giorni Lorenzo Pellegrini è tornato in campo per un’ora nel complesso positiva. Primi e ultimi minuti in sordina, ma una parte centrale di gara importante dal punto di vista tecnico e caratteriale per il capitano della Roma. Soprattutto la giocata di anticipo sulla trequarti al 20’ che causa l’ammonizione di Ferreira e la punizione da cui è scaturito il gol del vantaggio. I 62 minuti di Pellegrini hanno dato respiro alle rotazioni di Mourinho a centrocampo, come ammesso dal portoghese in conferenza stampa. Anche così la panchina può dare un apporto maggiore: Azmoun, Bove ed El Shaarawy hanno dato il cambio di passo e contribuito ai due gol che hanno deciso il match sul finale.
Con le rotazioni maggiori negli ultimi minuti Mourinho ha anche guadato al futuro, mettendo in panchina Dybala, evitando di dare minuti ad Aouar e provando Zaleski interno sulla mediana con Kristensen largo a destra.
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