Poteva Enrico Letta regalare i voti di Matteo Renzi al centrodestra? Il Retroscena
Come va interpretata la decisione di Letta a favore dell’amico/nemico di una vita?
Poteva Enrico Letta regalare i voti di Matteo Renzi al centrodestra, soprattutto nella chiave maggioritaria che sembrerebbe confermata con il Rosatellum? O ancora poteva il segretario del Pd assistere alla plateale divisione del suo gruppo parlamentare a Palazzo Madama, con almeno metà dei senatori dem pronti a votare in aula per difendere il leader di Italia Viva? La risposta a queste due domande è ovviamente no, e questo spiega anche perché l’ufficio di presidenza Pd oggi in Senato sia stato molto tranquillo. La proposta di ‘assoluzione’ di cui era latore Andrea Marcucci non ha trovato alcuna opposizione interna, neanche da parte di Anna Rossomando, che pure in Giunta per le elezioni, sul caso Open e sul conflitto di attribuzione con la Procura di Firenze, si era astenuta.
D’altra parte l’ultima agevolazione alla proposta di Marcucci era arrivata proprio dal M5S, che annunciava il suo voto contrario. “Se fossero stati abili, ci avrebbero chiesto di proseguire insieme con l’astensione”, ammette un senatore orfiniano, “il loro voto contrario invece e’ stato il definitivo sciogliete le righe”. Come va interpretata la decisione di Letta a favore dell’amico/nemico di una vita? In realtà c’è una sola chiave di lettura: il segretario del Pd, con il Rosatellum, è davvero convinto di giocarsela nelle urne, e di poter organizzare il trasferimento a Palazzo Chigi. Da questo punto di vista, ogni voto può essere utile, anche quelli di Renzi e di Calenda, che alla fine (verso ottobre) potrebbero essere molto più interessati, di quanto non siano oggi, all’offerta last minute del campo largo. “La scelta del sistema elettorale determinerà le alleanze”, spiega un consulente addetto ai lavori, “sulle amministrative per ora non vedo molte novità, anche perché i 5 Stelle nelle città sono ridotti al lumicino, ed i riformisti non se la passano molto meglio. Bisogna avere un po’ di pazienza, tra qualche settimana si capirà se il proporzionale ha qualche chance, o se, come io credo, si voterà con la stessa legge del 2018”. E se sarà così, le trattative andranno avanti fino alle porte con l’inverno.