Processo omicidio Serena Mollicone, note salienti del Pool Difensivo della famiglia Mottola
In Aula la ricostruzione delle ore dopo la scomparsa
Precisiamo in qualità di POOL DIFENSIVO DELLA FAMIGLIA MOTTOLA che gli aspetti salienti e incisivi dell’udienza del 14 marzo 2024, a prescindere dai comprensibili aspetti emotivi delle Parti civili e dai tentativi di negare l’evidenza da parte dei fautori dell’impianto accusatorio (non le Parti civili), sono i seguenti:
1) Antonio Mollicone ha dichiarato:
(A) che lui e il fratello Guglielmo parlando la sera col brig. Santino Tuzi gli hanno manifestato la (ovvia e giusta) preoccupazione per cercare Serena scomparsa sin dalle ore 7:30 della mattina;
NOSTRA NOTA: questo fa comprendere ancora una volta che Tuzi la mattina dell’1 giugno 2001 non ha visto Serena entrare, altrimenti lo avrebbe esplicitato, essendo egli carabiniere onesto e fedele al giuramento di fedeltà, a ciò si deve aggiungere che se Tuzi avesse visto Serena entrare in caserma lo avrebbe detto anche all’app. Emilio Cuomo suo collega e presente con Tuzi alle ricerche della povera Serena;
invitiamo ancora una volta a considerare che SE Tuzi avesse visto Serena in caserma lo avrebbe esplicitato, e che è impossibile che lui, il lgt. Vincenzo Quatrale e l’app. Francesco Suprano abbiano cedute a illogiche ipotetiche minacce da parte del m.llo Mottola, invitiamo a considerare che i tre avrebbero dovuto buttare alle ortiche anni di onorata carriera per motivi ignoti e inesistenti, che certamente non avrebbero in tre temuto le MAI AVVENUTE minacce di Mottola e che certamente questi non poteva minacciare di fare del male alle loro famiglie;
(B) che è stato nell’ufficio del m.llo Mottola assieme al fratello Guglielmo dalle ore 1-1:15 sino alle 2:30.
NOSTRA NOTA: questo fa crollare l’illazione che vuole il m.llo Mottola andare a depositare (!?) il corpo di Serena in radura Fontecupa in tale fascia oraria di corrispondenza esecutiva comportamentale: di fatto sono proprio i Mollicone che forniscono l’alibi al m.llo Mottola;
C) che l’idea di andare a controllare la stanza di Serena è sorta da una decisione in comune fra i tre all’interno dell’ufficio di Mottola e che quindi Mottola quando è andato in borghese con la propria macchina lo ha fatto per tale decisione comune;
NOSTRA NOTA: questo fa cadere la congettura che Mottola sia sia presentato da solo in casa di Mollicone su propria iniziativa “criminale” per fare sparire “indizi compromettenti”.
2) il m.llo Marco Sperati, fra l’altro, visionando il filmato di quando vengono tagliati la busta e il nastro che avvolgevano il capo di Serena per introdurli all’interno di una busta nera, ha dichiarato che (ma non ce n’era bisogno) sicuramente fra tali reperti entrati in contatto c’è stata contaminazione;
NOSTRA NOTA : hanno ragione i Consulenti della Difesa Mottola quando affermano che tale contaminazione c’è stata a prescindere, sia nelle fasi precedenti, sia seguire;
3) con altissima probabilità che rasenta la certezza riteniamo che l’app. Cuomo abbia potuto notare il m.llo Mottola tornare in macchina, ma non quella sera e quella notte, proprio perché la ricostruzione cronologica dell’incrocio dei movimenti delle persone lo fa escludere e perché l’evento sarà accaduto qualche altra volta;
NOSTRA NOTA: l’app. Cuomo ha sovrapposto ricordo di evento e/o avrà fatto confusione.
Invitiamo tutti a rispettare la presunzione d’innocenza, a ricordare che già c’è stata un’assoluzione in primo grado, a essere obiettivi e a rispettare le leggi della logica, della scienza e del diritto.
(Il Portavoce del Pool della difesa Mottola prof. Carmelo Lavorino)