Pronti?! Pronti?! Pronti! Profumo di Palio. La più coinvolgente manifestazione turistica, tradizionale, culturale di Artena, il Palio delle Contrade sta per iniziare. A partire da sabato 5 agosto all’interno del meraviglioso parco della Villa Borghese di Artena, contornato da stand enogastronomici realizzati dai contradaioli al fine di poter degustare i cibi tipici della tradizione artenese, il Palio delle Contrade di Artena: amore per il territorio, per la storia, per le vicende, per i personaggi che hanno animato la vita di questa stupenda città nel corso dei secoli, che ancora va a passo di mulo. Per nove giorni di agosto, dunque, è garantito lo spettacolo e la gastronomia.
Ogni sera sono previsti giochi diversi per l’assegnazione di punti, ma tutto comincerà con la bella e sfavillante sfilata storica con i rappresentanti nobili e popolani con oltre mille persone e animali tra muli, asini, cavalli e mucche, che partirà dalla piazza della Vittoria, per arrivare fino al parco di Villa Borghese. Nei giorni successivi, le dieci contrade si contenderanno la vittoria disputando 21 giochi popolari: corsa con la carrettella, canzone in dialetto, staffetta maschile e femminile, sardamontone, tiro alla fune, corsa con il cerchio, salto della corda maschile e femminile, corsa con la botte, battitura del grano, taglio del tronco, poesia in dialetto, corsa con la conca, corsa con il sacco, percorso del contadino, tiro con l’arco, gioco del brigante, tiro con la fionda, quintana storica, corsa con il somaro.
Come è nato il Palio e da quanto tempo lo presenta?
“Nel 1991 partecipai alla prima riunione per organizzare dei giochi popolari nella nostra città che animassero il periodo estivo. Ci incontrammo con l’allora Assessore al Turismo Erminio Latini, io rappresentavo il nascente comitato della contrada via Giulianello. Nel 1992, con la nascita dei comitati di zona, fu disputato il primo vero e proprio Palio con i giochi che si svolsero in piazza Galileo Galilei e presso la scuola elementare. Vi parteciparono poche contrade. In seguito si pensò di trasferirlo a Villa Borghese, negli anni si aggiunsero le altre contrade, sono iniziate le costruzioni delle capanne, ora stand, sono aumentati i giochi, alcuni di questi sono stati anche eliminati per la pericolosità: la lippa, il tiro alla fune femminile. Il primo anno lo presentò Erminio Latini, il secondo e il terzo Giuseppe Bucci, poi il quarto anno, su richiesta di Antonella Palone, allora Presidente del Gopa (Gruppo organizzativo Palio di Artena) ho accettato e sono stato sempre presente. In qualche edizione sono stato affiancato, anche da vallette".
Quest’anno sarà affianco da una valletta?
“Quest’anno non avrò la valletta. Nonostante le buone intenzioni del gruppo organizzativo, il Presidente Riccitelli in primis: la loro intenzione è darmi un attimo di riposo e di pausa durante le serate. Però mi trovo in difficoltà, perché colei o colui che mi affianca dovrebbe essere seguito comunque”.
Qual è il segreto del Palio?
“Il Palio appartiene all’anima più profonda degli Artenesi, è degli Artenesi. Il segreto della sua longevità è che viene disputato lontano dalle beghe politiche o dagli altri interessi. Dal 1992 a oggi hanno partecipato tutti, ora vi partecipano i figli dei primi contradaioli. Si tramanda per generazioni. E’ una vera e propria festa, per questo ha successo”.
Che Palio sarà?
“Il Palio 2017 è particolare perché la contrada di Giulianello, tra le più quotate, quest’anno non partecipa per i gravi lutti che l’hanno colpita. Ciò, però, stimola l’antagonismo tra le altre contrade e penso che sulla vittoria ci potrebbero essere sorprese, potrebbe vincere un outsider”.
Il messaggio che vuole inviare prima dell’inizio?
“Vorrei riprendere quanto ha detto il Presidente Alberto Riccitelli in occasione della cena Barocca di sabato 29 luglio: il Palio è una grande famiglia; non è soltanto la settimana di agosto, ma dura tutto l’anno. Il messaggio che voglio dare: che sia un Palio sereno, tutti pensino a gestire al meglio le proprie contrade, ci dovrà essere la correttezza e il rispetto delle regole. Le regole sono importanti, ci sarà chi le farà rispettare, io le continuerò a ripetere, perché dovrà essere una festa per tutti. Il 13 agosto si dovrà dire: ma è già finito. Tempo fa su facebook passò un video: c’era un bambino davanti la carta geografica, l’interlocutore gli chiedeva delle informazioni e il bambino rispondeva indicando con il dito, dove è la capitale della Germania? Qua. Dove è il lago di Garda? Qua. Dove è il Palio di Artena? E’ qua (indicando il cuore)”.
Cosa la stimola ogni anni a presentare e prendere parte al Palio?
“Per me il momento più bello che mi da lo stimolo maggiore è il montaggio degli stand. La parte migliore della manifestazione: c’è armonia, c’è amicizia. L’aiuto tra contradaioli. Mi stimola molto il vivere insieme il pre Palio, il Palio e il dopo Palio. Al Palio sono venute tantissime persone non di Artena. Sono rimasti tutti meravigliati. Siamo l’unico paese in Italia, forse nel Mondo, a montare una ‘giostra’ del genere per pochi giorni”.
Altri momenti del Palio che la emozionano di più?
“La serata dedicata agli amici che ci hanno lasciato e che hanno collaborato al Palio. Una serata di ricordo con il lancio delle lanterne, una iniziativa nata da una ragazza della contrada Valli.
Pronti?! Pronti?! Pronti! Un vero e proprio tormentone
“E’ un vero tormentone, alcuni ragazzi me lo hanno chiesto come suoneria del cellulare. E’ nato con il gioco del tiro alla fune per preparare i concorrenti all’inizio del gioco. Poi si è esteso anche agli altri. Ci sono anche altre frasi storiche che ripeto spesso: ‘Dove sono le mamme dei bambini che hanno sfasciato le balle?’ e ‘Si prega di lasciare liberi i tavoli dopo aver mangiato per dar posto agli altri’. C’è anche un episodio che mi è rimasto indigesto: un anno era stato costruito il soppalco per i disabili, che non è mai stato usato dai disabili, perché la gente arriva e si piazzava. Continuavo a dire ‘dovete lasciare libero…’ per una settimana e non ci sono riuscito".
Secondo lei, si potrebbero inserire altri giochi?
“Ciò era stato ventilato, ma poi non se ne è fatto nulla. Secondo me, quelli che si disputano attualmente sono sufficienti. Forse si potrebbero prevedere dei giochi per bambini.”
Un ultimo appello?
“Seguiamo tutti le direttive del comitato organizzativo. Ricordiamo quello che è avvenuto a Torino, rispettiamo tutti ciò che ci viene detto e divertiamoci. Cercheremo di ridurre gli orari dei giochi, in modo da aumentare il tempo conviviale con gli amici e buon Palio a tutte le Contrade”.
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