Pronto soccorso oggi, la testimonianza da una sala d’attesa romana

“Confido nel coraggio degli italiani, gli anziani hanno vissuto guerre ed epidemie e forse questo li ha preparati a mantenere la calma”

Abbiamo raccolto la testimonianza della nostra casalinga Dop Assunta Di Marzio, dalla sala d'attesa del pronto soccorso Casilino. 

"Oggi 6 Marzo, sono stata nella sala d'aspetto di un distaccamento del Policlinico Casilino a causa di un problema alla gamba, e una scena mi ha colpita, anche se ne conosco le ragioni: avevano messo lo scotch a una poltrona sì e una no per non farci sedere vicini, è stato detto ai parenti dei pazienti di restare fuori per evitare che persone sane entrassero cotituendo rischi per se stessi e gli altri, ma il clima era di indisciplina e molti hanno cercato di entrare lo stesso. Le persone anziane indossavano mascherine e alcuni anche guanti, oppure le signore una sciarpa sul viso. I giovani li ho visti senza copertura su bocca e naso, portando anche bambini nella sala d'attesa. Non credo che questo sia coraggio, ma sia imprudenza. In generale ho quindi notato pazienti disciplinati e accompagnatori no. Non ho visto fuori dall'entrata della struttura cartelli con regole scritte che dicessero di restare fuori, perciò senza questi moniti scritti, è chiaro che le persone, a voce, non rispettino ciò che viene loro detto. 

Ho visto diligenza tra amici e conoscenti, niente baci né strette di mano a chi si rincontrava magari dopo un intervento. Non ho visto il timore che vediamo in Tv, forse più tranquilla di quanto ci si potrebbe aspettare negli ospedali. I medici tutti responsabili, con mascherine e guanti, a debita distanza. I tempi di attesa per le visite ragionevoli, circa venti minuti.

Ciò che amareggia le nonne, per ciò che ho potuto constatare io, è la chiusura delle scuole: forse non è ancora chiaro che se questo provvedimento è stato preso ci sono motivi ragionevioli e seri per farlo. Ho sentito molti nonni e genitori lamentare il fatto che l'annuncio delle scuole chiuse è stato dato ufficialmente intorno alle 18:00 e questo ha comportato difficoltà per organizzarsi con tate e nonni già la mattina successiva. 

Confido nel coraggio degli italiani, gli anziani hanno vissuto guerre ed epidemie e forse questo li ha preparati a mantenere la calma in casi di emergenza come questa". 

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