Proposta di legge Magi, diritto di voto ai cittadini europei residenti in Italia
Presentata la nuova proposta di legge per incentivare l’esercizio al voto dei cittadini europei garantendo la coesione democratica
Nella giornata di giovedì 19 gennaio, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati si è tenuta la conferenza stampa organizzata dall’onorevole Riccardo Magi, presidente di +Europa, insieme all’Associazione Politeia dal titolo “Cittadinanza Europea. Il diritto di voto amministrativo dei cittadini dell’Unione europea non italiani ma residenti in Italia“.
Cittadinanza europea: diritto di voto agli stranieri residenti in Italia
Come viene sottolineato dallo stesso Magi, questa proposta ha lo scopo di “facilitare le procedure per i cittadini dell’Unione europea” che risiedono in uno Stato membro di cui non hanno la cittadinanza e che però possono esercitare il loro “diritto al voto e di eleggibilità” sia alle elezioni comunali, come riportato dal Decreto legislativo 12 aprile 1996, n. 197, sia del Parlamento europeo, previsto dal Decreto-legge 24 giugno 1994, n. 408.
“Questa proposta arriva in combinazione con la necessità dei cittadini comunitari presenti nel nostro Paese di avere una partecipazione attiva nella vita politica”. Infatti, per garantire uno degli obiettivi primordiali dell’Unione Europea, ossia la democrazia partecipativa, è fondamentale tutelare, sostenere e incentivare i cittadini che sono residenti in Paesi membri diversi da quello di origine. E questa norma risulta essere la chiave “per la coesione democratica ed europea”, come ha affermato Magi.
A farsi promotori di questa proposta sono anche i membri dell’Associazione Politeia che è composta dai consiglieri comunali di origine rumena eletti in Italia. Come tiene a sottolineare la presidentessa Irina Ilona Lazar questa norma è “una semplificazione amministrativa. E come cittadini il nostro appello è quello di chiedere un sostegno a tutte le forze politiche”.
La reticenza da parte delle forze politiche non sembra preoccupare, tuttavia, quelle coinvolte in prima linea. Infatti, come dichiara la deputata del Movimento 5 Stelle Federica Onori, eletta nella circoscrizione Estero, “questo decreto legge deve essere letto attraverso tre parole fondamentali: inclusione, partecipazione e diritto al voto“, dato che “il ponte tra stato e cittadini si esplica nel reale esercizio di voto”.
Proposta di legge come lotta per il diritto al voto dei cittadini europei
Dunque, come si evince chiaramente dalle dichiarazioni dei rappresentanti politici, questo disegno di legge permette di “migliorare la convenzione del Consiglio d’Europa e la sua applicabilità”. La quale già dal 1992 vuole garantire la partecipazione dei cittadini stranieri all’attività pubblica e locale nel luogo in cui abitano.
La presidentessa di Politeia Lazar, sottolinea che, come è stato spiegato già a diversi partiti, “non va cambiato nulla”. Infatti, il cittadino comunitario una volta che si reca all’Ufficio anagrafe per cambiare la residenza dovrà semplicemente fare richiesta per essere introdotto alle liste aggiunte. Le quali gli permetteranno di votare in maniera meno odisseica in Italia.
Un concetto esplicato perfettamente anche dal dottore Sergio Santi, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d’Anagrafe (Anusca), che inquadra le due consultazioni. “Per quel che riguarda le amministrative il problema è soltanto organizzativo”. Difatti, “il cittadino non europeo che chiede la trascrizione alle liste aggiunte per le elezioni del sindaco la può ottenere senza grosse formalità. A patto che possieda i requisiti previsti dalla legge italiana“. Questo perché “si tratta di acquisire un certificato sostanzialmente penale e non c’è interferenza con il Paese di origine”.
Per quello che concerne, invece, le elezioni al Parlamento europeo “le cose sono un po’ diverse”, poiché “l’organo che viene eletto è unico e ogni Stato elegge i propri rappresentanti”. E come viene sottoscritto dalla direttiva dell’Unione Europea le liste aggiunte speciali differiscono da quelle per le amministrative”.
Dunque, questo vuol dire che, dopo l’iscrizione alle liste aggiunte speciali, il cittadino comunitario potrà automaticamente votare per i rappresentanti italiani e non per quelli del suo Paese di origine. In questo modo si può garantire la completa partecipazione e coesione democratica del cittadino, facendolo sentire parte stessa del Paese in cui vive. Tuttavia, in qualunque caso “è una libera scelta del cittadino se iscriversi nell’una, nell’altra o in entrambe” le liste.
Il comune di Vasto modello: aderisce alla proposta di legge Magi
Dato il coinvolgimento determinante e diretto degli uffici dei comuni, si ritiene necessario, innanzitutto, che lo sforzo delle forze pubbliche amministrative debba partire dal locale.
Dell’efficacia e della semplicità dell’applicazione di questa norma ne è testimone il comune di Vasto, in quanto è una delle città in Italia che sta sperimentando già l’applicazione di questo provvedimento con l’iscrizione delle liste elettorali aggiunte al momento della richiesta della residenza. Direttamente in quell’occasione, infatti, l’ufficio anagrafe chiede al cittadino europeo se vuole essere iscritto a queste liste o meno. Questo gli consente di poter votare in maniera facile e veloce senza troppi nodi burocratici Un esempio pieno di orgoglio e soddisfazione che l’Assessore alla Cultura del Comune di Vasto Nicola della Gatta sottolinea e attraverso il quale invita i comuni ad aderire. “La buona volontà di alcuni comuni non è altro che la rappresentanza e la volontà di esserci”.
In conclusione, come ha sottolineato il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova, “il primo passo per garantire la partecipazione politica è il diritto di voto e “questo disegno di legge è quasi doveroso, affinché la cittadinanza europea sia sacrosanta”.