Pucci: “Finanziamenti? Non è un buon periodo. Grecia non aiuta”
Intervista a Sandro Pucci, direttore generale della Siriofin sulla situazione finanziaria italiana
Il direttore generale della Siriofin, società specializzata in prestiti nella forma della cessione del quinto dello stipendio, ci parla del momento che stiamo vivendo in ambito finanziario.
Dott. Pucci che ne pensa del sistema pensionistico italiano e in che modo l'andamento del sistema incide sulla richiesta di una finanziamento da parte di un pensionato?
Il sistema pensionistico italiano inizia a risentire, ed in misura sempre crescente degli effetti delle varie riforme che si sono succedute nel corso degli ultimi anni. Effetti dovuti soprattutto al passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, che a pieno regime porteranno i pensionati ad avere una pensione pari a circa il 40% del loro ultimo stipendio. Questo in futuro non consentirà alla categoria dei pensionati di godere di quella stabilità economica di cui hanno invece goduto i nostri genitori e la conseguenza naturale sarà una forte diminuzione della richiesta di finanziamenti. Questo in prospettiva, nell'immediato, oggi, possiamo dire che in genere un pensionato non richiede un finanziamento per se stesso ma, per figli e parenti. Tra le motivazioni più ricorrenti nelle richieste di finanziamento da parte dei pensionati, spesso con figli ultra trentenni a carico vi è l'esigenza di finanziare la un formazione più specifica all'estero nella speranza che ciò possa facilitare la ricerca di un posto di lavoro. Si parla di master e specializzazioni soprattutto.
Nelle scorse settimane si è parlato di Imu e Tasi. Persone che possiedono una casa di proprietà non hanno i soldi necessari per pagare le imposte corrispondenti. Vi sono pervenute ultimamente richieste di finanziamento per il pagamento di Imu e Tasi?
Si e sempre in misura crescente. Ciò è dovuto al fatto che in passato acquistare un immobile era molto più semplice rispetto ad oggi. Chi ha una casa di proprietà oggi non è detto che sia anche benestante. Il livello di tassazione sugli immobili è cresciuto a dismisura negli ultimi anni, non tutti riescono a far fronte con mezzi ordinari al pagamento di tutte le imposte che si aggiungono alla tassazione degli enti locali legata sempre al possesso di immobili tasse.
Secondo lei esiste una correlazione tra andamento generale dell'economia, pressione fiscale e richiesta di finanziamenti?
Gli studi condotti fino ad ora non sono tutti concordi. Ma per fare chiarezza bisogna scindere in due la questione. Per ciò che riguarda la correlazione tra andamento economico e pressione fiscale è risaputo che con una pressione fiscale bassa ci sia una maggiore espansione economica. Per quanto riguarda invece richiesta di finanziamenti e andamento economico c'è subito da sfatare un luogo comune. Non è vera la regola per cui in un momento di crisi la richiesta di prestiti sale. Anzi. E' esattamente l'opposto. Le persone che chiedono il finanziamento lo fanno per realizzare un loro progetto, perché vedono un futuro luminoso di fronte a loro. Se quest'idea non c'è nessuno ha l'interesse di andarsi ad indebitare. Quindi per coloro che svolgono attività come la nostra è importante che l'economia viva un momento florido e non il contrario.
Domanda secca: chi è stato secondo lei il ministro dell'economia che ha operato meglio in Italia?
Dobbiamo risalire molto indietro, fino al 1875-1880. In quel periodo il ministro dell'economia era Quintino Sella. Sella, è stato l'unico ministro in Italia a raggiungere il pareggio di bilancio, inserendo anche delle tasse molto odiose diventando impopolare. Fu autore della famosa “tassa sul macinato” da cui prende l'espressione “Piove! Governo ladro!” per via dell'aumento del peso del grano, dovuto all'umidità, che corrispondeva all'aumento delle tasse. Quintino Sella è l'esempio di come bisognerebbe amministrare le casse statali. Esempio che non hanno lontanamente seguito i ministri dell'economia che si sono succeduti dalla metà degli anni ‘70 fino agli anni ‘90 ed oltre che hanno portato l'Italia sull'orlo del collasso da punto di vista economico.
In che modo il caso della Grecia può impattare sull'aumento dei tassi d'interesse e sulla domanda di prestiti in Italia?
Allora anche qui vi è una correlazione. A tassi bassi corrisponde una richiesta di finanziamenti più alta. Non mi addentro nella vicenda della Grecia, mi limito a dire che per noi sarebbe una “liberazione” l’uscita della Grecia dall’UE. Non ci dimentichiamo che l'Imu, l'odiosa tassa sulla casa, reintrodotta dal governo Monti, oltre che per arrivare al pareggio di bilancio, anche per aiutare la Grecia che già all'epoca sprofondava nel suo debito pubblico. Se il governo italiano ha imposto a noi cittadini una serie di sacrifici che tuttora stiamo pagando trovo veramente inaccettabile che i cittadini greci non si comportino allo stesso modo.